Il M5S cancella il Movimento: via il garante e il tetto dei mandati. Sì alle alleanze

di Marika Aiello

Conte: «Siamo progressisti indipendenti». Grillo lancia frecciatine: «Da francescani a gesuiti»

Figura del garante addio, via il tetto dei due mandati e sì alla possibilità di fare alleanze. È la rivoluzione «Nova» del Movimento 5 Stelle che ha seguito la linea indicata dal presidente Giuseppe Conte. «Progressisti indipendenti», i 5 Stelle hanno celebrato, a suon di numeri e percentuali, il cambiamento.

Al voto hanno partecipato in tanti, al punto che tutti i 12 quesiti sottoposti al vaglio hanno superato il quorum del 50 per cento più uno degli aventi diritto, in tutto 88.943. Conte ha concluso la due giorni che si è svolta al Palazzo dei Congressi di Roma, dove Grillo non si è visto, ma dove ha mandato un messaggio via WhatsApp che stigmatizza il nuovo corso con una frase: «Da francescani a gesuiti». L’ex premier, da parte sua, lo ha accusato di essere «entrato a gamba tesa mettendosi di traverso» sulla strada della Costituente.

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Giornata di numeri, dunque, che parlano da soli e che vale la pena ricapitolare: 72,08 per cento i sì al quesito con il quale è stato chiesto agli iscritti M5s se volessero modificare la regola attuale del limite dei due mandati elettivi. Solo il 25,04 per cento dei votanti ha risposto no e unicamente il 2,52 per cento si è astenuto. E ancora: l’81,20% i no raccolti al quesito sul divieto di alleanze politiche. Sono stati il 13,87% i sì, mentre gli astenuti sono stati il 4,93%. A dire addio a Grillo sono il 63,24 per cento dei sì degli iscritti. I no sono stati il 29,09 per cento, gli astenuti il 7,67 per cento. In totale, per modificare lo statuto, sono andati alle urne in 54.452.

La sintesi di Conte

A fine giornata, la sintesi di Conte: il processo costituente è servito «per tenere i piedi ben piantati, per piegare la testa e accostare l’orecchio alla terra, per tracciare una nuova rotta partendo dai bisogni della base, ascoltando voi iscritti che non avete mai abbandonato il Movimento a dispetto anche delle delusioni e dei tradimenti. In questo abbraccio con la base abbiamo avuto conferma di una convinzione: il fuoco è vivo, non si è spento. M5s non sarà mai una timida brezza ma un vento fortissimo con l’obiettivo di cambiare il Paese», ha detto.

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«C’è una cosa – ha aggiunto – che in questi anni mi ha pesato molto. La gente mi fermava per strada e mi diceva “Presidente, crediamo in te, ma il M5s cos’è?”. Sapete cos’è il M5s? Quei puntini sono gli schizzi di fango, le accuse infondate dei nostri avversari e di un sistema mediatico che contribuisce a disinformare».

I due mandati

«Leggo chiaro il segnale che ci date: volete valorizzare le esperienze e le competenze». Essere «progressisti indipendenti» significa essere «radicali nei valori e pragmatici nelle soluzioni. L’alleanza non è per noi un dato politico precostituito, non è un fine di per sé, ma un mezzo per un fine, per cambiare la società, per combattere le battaglie giuste. Siamo testardamente orientati a cambiare la società, combattendo le ingiustizie. Ci hanno buttato fuori da Chigi perché non volevano che continuassimo a cambiare la società», ha sottolineato per poi spiegare: «Siamo progressisti? Dai quesiti direi che siamo progressisti. Però intendiamoci, nella misura in cui non ci appartiene la cultura della conservazione, del lasciare le cose come stanno».

Come «non ci appartiene la cultura reazionaria», di chi «mette su una riforma come il premierato» e poi «pone il bavaglio ai giornalisti per non pubblicare provvedimenti giudiziari». E deve essere chiaro: «M5s è una comunità di cuori impavidi, potremo commettere errori ma non ci troverete mai disponibili a chinare la testa». Adesso comincia il lavoro: Conte e il Consiglio nazionale dovranno inserire nero su bianco le modifiche nate dalle indicazioni degli attivisti.

Gasparri: «Volevano fare la rivoluzione, sono diventati poltronisti»

«Ho indovinato su tutta la linea. Avevo previsto giorni fa, con una pubblica dichiarazione, che il presunto sondaggio di comodo – ma chi ci crede? – dei grillini sarebbe servito ad avere mandati parlamentari in più per quelli che dovevano fare la rivoluzione e poi tornare a casa. Il fantasy-sondaggio, poi, come avevo detto, consente l’alleanza con il PD, che è una scelta tutto sommato logica per una specie di succursale della sinistra. Passano poi, come da tempo avvenuto, i poteri da Grillo a Conte. Tutto come previsto» commenta il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri.

«La sceneggiata è andata in onda e solo i gonzi potevano credere che questo presunto sondaggio avrebbe potuto dare esiti diversi da quelli coincidenti con gli interessi personali di una piccola casta declinante. Gli elettori li hanno abbandonati lo stesso. E lo faranno ancora di più, ora che hanno la conferma che siamo di fronte a delle persone senza arte né parte, che hanno soltanto lo scopo di rimanere attaccati – in pochi, certamente – alle poltrone che hanno insperatamente conquistato. Volevano fare la rivoluzione, sono diventati dei poltronisti di terza fila. Per fortuna perdenti e sempre meno numerosi. Sic transit gloria mundi. I grillini che non capiranno la facile citazione se la facciano tradurre», conclude.

Pizzarotti: «C’è sempre uno più puro che ti epura…»

«Eliminato il ruolo del Garante… C’è sempre uno più puro che ti epura…» afferma, invece, sul suo profilo Facebook, l’ex sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, eletto la prima volta proprio con il Movimento 5 Stelle prima di abbandonare i pentastellati «M5S, addio al limite dei due mandati… – ironizza – chi l’avrebbe mai detto. L’Assemblea degli iscritti al M5S ha votato per modificare la regola dei due mandati. A favore il 72,08%. Passate tutte le opzioni di revisione della regola, tra cui l’elevazione del limite a tre mandati – aggiunge – e la deroga alla candidatura di sindaco e presidente di Regione (leggi Fico in Campania)».

Poi, prosegue Pizzarotti, «sul posizionamento politico, i votanti si sono dichiarati “progressisti indipendenti”… Come dire “riformisti conservatori”!». E, argomenta ancora l’ex sindaco parmigiano, «sì alle alleanze politiche, ma solo con accordo programmatico preciso per il 92,4% dei votanti. Eliminato il ruolo del Garante… C’è sempre uno più puro che ti epura…».

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