Due persone in arresto: erano riusciti a mettere le mani su 14 milioni di dollari
Da settimane erano in Italia per una vacanza all’insegna del lusso più sfrenato. Una banda composta da quattro persone, tra cui un cittadino saudita e uno di nazionalità ucraina, dedita a crimini informatici su larga scala grazie ai quali sono riusciti a mettere le mani su una cifra che ha raggiunto i 14 milioni di dollari. Gli agenti della Polizia postale, su richiesta della Procura di Roma, hanno dato esecuzione a due mandati di arresto europeo nell’ambito di un’indagine condotta dalla polizia francese.
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I quattro sono stati bloccati in una villa da sogno, a picco sul mare, a Furore, centro della costiera Amalfitana, dove erano arrivati da alcuni giorni provenienti da Sardegna e Isola d’Elba. Per spostarsi la banda, composta anche da due donne, una di nazionalità libanese l’altra russa, ha noleggiato voli privati e auto. Gli inquirenti hanno dato esecuzione anche a quattro decreti di perquisizione in un procedimento in cui si contesta anche il reato di riciclaggio.
L’attività eseguita sul territorio italiano è stata il frutto di una cooperazione internazionale richiesta all’esito di una indagine avviata dai magistrati parigini circa due mesi fa. Secondo quanto ricostruito, l’organizzazione criminale ha sottratto criptovalute per un valore a sei zeri attraverso un attacco informatico sferrato ai danni di un exchange con sede nelle isole Cayman. La cifra sottratta è stata poi convertita in tether Usdt, una criptovaluta «stabile» perché ancorata al valore del dollaro.
Le tracce
Nulla, dunque, era lasciato al caso anche se la vita sfarzosa portata avanti dall’organizzazione ha lasciato sul terreno indizi grazie ai quali gli inquirenti francesi sono riusciti a localizzare gli indagati sul territorio italiano. Ristoranti raffinati ma anche barche di lusso: il soggiorno italiano era scandito da una vita extralusso che non è passata inosservata e gli investigatori sono riusciti a ricostruire, nel dettaglio, tutti gli spostamenti effettuati dai quattro sul nostro territorio.
I due destinatari dei mandati di arresto sono stati trasferiti nel carcere di Salerno in attesa dell’udienza per l’estradizione, mentre le due donne che erano con loro sono attualmente indagate in stato di libertà. All’esito delle attività sono stati sequestrati, con successiva convalida da parte dalla Procura della Repubblica di Salerno, codici e chiavi private di accesso a portafogli virtuali di criptovalute, chiavette ledger, nonché diversi dispositivi informatici.