Scacco alla ‘ndrangheta, 129 arresti: in manette boss e gregari

Coinvolto un finanziere, è stato sospeso

‘Ndrangheta e droga: un’operazione interforze denominata «Recovery» ha visto impegnati stamattina la Questura di Cosenza ed i Comandi provinciali dei carabinieri e della Guardia di finanza, coordinati dalla Dda di Catanzaro, nell’esecuzione di 142 misure cautelari a carico di altrettante persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata a narcotraffico, estorsioni e danneggiamenti. Reati tutti aggravati dal metodo mafioso.

In particolare, il gip distrettuale, Anna Roccia, ha disposto, su un totale di 169 indagati, la custodia cautelare nei confronti di 129 persone, 20 delle quali ai domiciliari mentre 27 erano già detenute, e disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza, con permanenza notturna ed obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, nei confronti di altre 12 persone.

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La posizione del finanziere

È stata eseguita, inoltre, la misura interdittiva della sospensione dal servizio nei confronti di Enrico Dattis, 40 anni, di Cosenza, appuntato, operativo presso il Servizio centrale di Investigazione sulla criminalità organizzata della Guardia di finanza di Roma.

L’accusa che gli viene contestata è rivelazione di segreto d’ufficio, aggravata dal metodo mafioso, poiché avrebbe svelato informazioni riservate relative ad indagini in corso sull’associazione mafiosa cosentina in cui era coinvolto Michele Rende, 30 anni, elemento di spicco della cosca di ‘Ndrangheta Lanzino-Patitucci.

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Aprile 2025: Enrico Dattis prosciolto dal gip

Ad aprile 2025, come si apprende dalla Gazzetta del Sud, il giudice per l’udienza preliminare del distretto, Marilena Sculco, accogliendo le tesi sostenute dai legali della difesa, Nicola Rendace e Giovanni Carlo Tenuta, ha ordinato il non luogo a procedere nei confronti del finanziere Enrico Dattis.

Gli altri indagati

Tra gli indagati ai quali è stato notificato in carcere il provvedimento restrittivo c’é il boss Francesco Patitucci, considerato il punto di riferimento della confederazione mafiosa operante a Cosenza nonché l’organizzatore della rete del narcotraffico sul medesimo territorio. L’indagine è stata incentrata, in particolare, su un presunto sistema di spaccio di sostanze stupefacenti a Cosenza e nell’hinterland.

«Un sistema – ha detto, in conferenza stampa, il Procuratore della Repubblica facente funzioni di Catanzaro, Vincenzo Capomolla – controllato e organizzato dalla ‘Ndrangheta e che aveva i propri fornitori in provincia di Reggio Calabria». Non solo: il procuratore ha spiegato che «nell’attività di spaccio sono stati coinvolti in maniera spregiudicata anche minori. Motivo per il quale l’indagine ha visto l’intervento anche del Tribunale per i minorenni di Catanzaro». Il traffico di droga ha fatto registrare anche «episodi cruenti per il recupero di somme di denaro derivanti dai debiti di droga».

Ai vertici dell’associazione finalizzata al narcotraffico ci sarebbero stati, oltre a Francesco Patitucci, i principali esponenti del sodalizio criminale: Mario Piromallo, detto ‘Renato’, di 57 anni; Roberto Porcaro, detto ‘Robertino’, di 40, e Adolfo D’Ambrosio, detto ‘Bomber’, di 57.

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