Raid a Fuorigrotta: si teme una guerra tra gruppi malavitosi

Una sfida per occupare lo spazio criminale lasciato libero dopo gli arresti del clan Troncone

Uno scontro armato che vede protagonisti due distinti gruppi malavitosi composti da giovani leve determinate ad accaparrarsi lo spazio criminale lasciato libero dopo l’arresto dei vertici del clan Troncone: è una delle piste al vaglio della Squadra Mobile di Napoli (coordinata dal primo dirigente Giovanni Leuci) e della DDA (sostituto procuratore Salvatore Prisco) che indagano sulla sparatoria tra la folla di ieri, in piazza Italia, nel quartiere Fuorigrotta di Napoli, durante la quale è rimasta colpita e ferita, Luisa Mangiapia, di 49 anni. Secondo quanto si è appreso inoltre, il colpo, sarebbe stato esploso dopo una colluttazione tra rivali e a un’altezza tale da poter colpire anche un bimbo.

Nella parte alta della piazza, ultimamente interessata anche da lavori di riqualificazione, ci sono anche delle giostrine e data l’ora parecchi erano gli adulti con bimbi presenti. Gli inquirenti stanno passando al vaglio le immagini dei sistemi di videosorveglianza e ascoltando le testimonianze delle numerose persone presenti.

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Di recente le forze dell’ordine hanno arrestato il gotha del clan Troncone e, quindi, appare plausibile che qualcuno stia cercando ora di approfittare del vuoto di potere per scalare le gerarchie criminali.

I timori, ora, solo legati alla possibilità che Giuseppe Troncone, figlio del boss Vitale Troncone, possa essere scarcerato: padre e figlio sono stati arrestati per estorsione aggravata, insieme con altri due presunti affiliati, uno dei quali cognato del capoclan. Con il figlio del boss a piede libero potrebbe essere possibile una pericolosa ritorsione tesa a sedare, con le armi da fuoco, i tentativi dei due gruppi di eliminare la famiglia Troncone dalla gestione degli affari illeciti nel popoloso quartiere di Fuorigrotta.

Setaro

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