L’Italia recupera sulla Germania, spread ai minimi: c’è fiducia

Il Financial Times: economia italiana mette in ombra quella tedesca

«Lo spread affonda ai minimi di due anni con l’economia italiana che mette in ombra quella tedesca». L’economia italiana sotto la guida del governo Meloni va «relativamente bene», meglio di quella tedesca in cui il cancelliere Scholz «ondeggia da una crisi all’altra». Lo spread Italia-Germania – da sempre termometro del ‘rischio-Italia’ ma anche oggetto di un match politico decennale fra le due potenze industriali europee, tanto diverse eppure legate l’una con l’altra – strappa l’apertura del Financial Times.

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E il quotidiano della City, tipicamente poco tenero sulle prospettive finanziarie dell’Italia, fa un’inedita sterzata: a caldo dopo le elezioni politiche del 2022 aveva evocato «preoccupazione, ma non panico» per la composizione della nuova maggioranza. Ora il Ft si sofferma sulla «velocità del calo dello spread, che ha destato sorpresa fra molti investitori». E non solo per i movimenti dei mercati, ma anche per la crescita: con l’Italia uscita dal tracollo del Covid e dalla crisi energetica con investimenti ed export solidi, grazie anche ai fondi del Next Generation Eu che danno respiro ai conti pubblici.

La Germania, invece, che da locomotiva europea ora desta timori di una crisi strutturale del suo modello economico, con l’export minacciato dalla de-globalizzazione, le imprese ancora stordite dallo shock energetico, e la resistenza invincibile contro un adeguato stimolo di bilancio: risultato, l’Italia dopo il maxi-stimolo fiscale del 2022 (+4,1% di Pil) ancora lo scorso anno era cresciuta dell’1% e quest’anno punta a +0,8%, la Germania ha fatto -0,3% nel 2023 e lotta ancora con la recessione. Così, da 200 di pochi mesi fa, lo spread Btp-Bund ha preso a scendere quasi dimezzandosi giovedì a 116 punti base.

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Rendimenti sostanziosi dei Btp

Ieri la chiusura è a 125, con i mercati aggrappati alle decisioni delle banche centrali e delusi dall’inflazione ostinata negli Usa che fa essere prudente la Fed. Il clima di appetito per il rischio è favorevole all’Italia, che offre i rendimenti più elevati dell’area euro: i trader parlano di ‘fear of missing out’, di timore di essere tagliati fuori dai rendimenti sostanziosi dei Btp in vista di tre tagli dei tassi Bce attesi fra giugno e dicembre che abbasseranno la remunerazione dei titoli di Stato.

Chi segue da vicino il mercato dei bond promuove la decisione del Mef di puntare sulla sottoscrizione dei Btp da parte delle famiglie: il totale del debito in mano al retail è stimato in circa 350 miliardi, quasi il doppio di due anni fa. In tre emissioni il Btp Valore – ricorda il Ft – ha raccolto quasi 54 miliardi dallo scorso giugno, una cifra che da sola supera i 40 miliardi usciti dal bilancio della Bce.

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