Il Banco di Napoli sbarcò in Eritrea nel 1890
Forse non ci crederete, ma stasera questa immagine «bianca» sul desktop del mio amico pc, mi fa paura. La sbircio, so di cosa voglio parlarvi, di uno dei più significativi primati di Napoli e del Mezzogiorno, quel Banco di Napoli che in oltre 500 anni vita e di attività creditizia ha rappresentato uno dei principali punti di forza per la crescita e lo sviluppo del Sud, ma anche dell’Italia.
E tale è rimasto, fino a quando, qualcuno, al di là dal Garigliano, resisi conto della sua importanza non ha deciso, inopinatamente, di strapparcelo. Un banco di Napoli, che oltre a essere un primato di per se stesso, ha collezionato risultati di grande rilievo. Prima ha lanciato nel XVI secolo – come già scritto – i primi assegni bancari (polizzini sulle fedi credito) della storia economica del mondo.
Il che significa che se oggi esiste un sistema bancario e monetario ed è consentito l’utilizzo di assegni bancari e la circolazione di banconote, lo si deve proprio a quel Banco di Napoli che qualcuno ha ritenuto opportuno estorcerci.
Il Banco di Napoli filiali all’estero
Inoltre, alla fine del XIX secolo, dopo aver conquistato l’Eritrea (1890) e la Libia (1912) il Banco di Napoli inaugurò una filiale a Tripoli e un’altra a Bengasi. Ancora, per supportare i nostri connazionali che parteciparono alla grande emigrazione in America dei primi del ‘900, in cerca di fortuna, lo stesso Banco di Napoli vi aprì tre filiali quella di New York nel 1906; poi quelle di Chicago e Buenos Aires. Nasce così, il Banco Di Napoli, prima banca italiana nella storia con filiali all’estero. Che oggi, purtroppo, è solo un ricordo. Per dirla come Pino Daniele, «una carta sporca» in un libro ormai sgualcito.