La deputata: impegno del Governo per valutare nuovo programma
«Un importante passo verso un nuovo programma di accesso precoce ai farmaci potenzialmente innovativi, a quelli destinati a patologie senza alternative terapeutiche o per cui sia presente ancora un forte bisogno di salute insoddisfatto».
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Ad annunciarlo è Annarita Patriarca, deputata di Forza Italia e componente della commissione Affari sociali nonché membro dell’ufficio di segreteria di Montecitorio.
«È stato infatti approvato, con il voto favorevole del Governo, un ordine del giorno, da me proposto, che impegna lo stesso Esecutivo a valutare l’opportunità di elaborare un nuovo piano che consenta di accorciare i tempi tra l’autorizzazione all’immissione in commercio da parte dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema) e l’effettivo accesso dei pazienti ai nuovi protocolli terapeutici. L’obiettivo è arrivare ad assicurare ai cittadini, affetti da bisogno di salute insoddisfatto o da patologie di particolare gravità socio-sanitaria, le cure più innovative nel minor tempo possibile».
«L’Italia ha attivato negli anni passati diversi programmi di accesso precoce, ma la frammentazione e le difficoltà operative generate, così come l’incertezza delle risorse messe a disposizione e la limitata disponibilità di dati sul loro impatto, anche economico, non hanno saputo rispondere efficacemente alla rapidità dell’evoluzione della scienza e alla forte disponibilità di innovazione terapeutica degli ultimi anni. Il nostro obiettivo è quindi approcciare un paradigma più vicino a quello, ad esempio, dell’Accès précoce francese».
L’impegno del governo per i criteri di valutazione
«Inoltre, il Governo ha assunto l’impegno di ridefinire i criteri di valutazione dell’innovatività e di bisogno terapeutico insoddisfatto per consentire la corretta analisi del valore terapeutico aggiunto generato delle terapie per patologie croniche, per cui esistano alternative terapeutiche sul mercato ma che non sono in grado, da sole, di garantire il raggiungimento di obiettivi di salute pubblica definite dal Ministero come, ad esempio, per il diabete di tipo II».
«Ridurre i tempi per l’accesso alle nuove terapie risulterebbe cruciale per le malattie gravi o croniche in cui il tempestivo trattamento può fare la differenza nei risultati clinici – ha concluso la Patriarca –, migliorando così la qualità della vita del paziente. Inoltre, un nuovo piano potrebbe contribuire a ridurre la pressione sui sistemi sanitari, poiché un trattamento più efficace può prevenire o gestire meglio le complicanze, limitando così la necessità di cure intensive o trattamenti costosi».
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