Napoli, a via Chiaia i costosi dissuasori meccanici ridotti a carcasse metalliche tumulate

I pilomat: ennesimo spreco di soldi pubblici, mai realmente funzionanti

Efficienza, efficacia ed economicità questi i tre principi basilari su qui dovrebbe fondare la gestione delle amministrazioni pubbliche e private; il mantra dovrebbe essere quello di ricercare soluzioni con un rapporto costo-beneficio ottimale ed un timing accettabile. Purtroppo questi principi virtuosi che tanto si sta tentando di applicare ai nuovi cicli amministrativi sono stati per troppi anni semplice utopia.

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L’installazione dei dissuasori meccanici in prossimità dei tre varchi d’accesso di via Chiaia ne sono purtroppo l’esempio innegabile. Correva l’anno 2004 quando l’allora amministrazione Jervolino annunciò in pompa magna la realizzazione del progetto che avrebbe dovuto risolvere una volta per tutte l’annoso problema del transito selvaggio lungo la storica passeggiata di Chiaia; esso però, non produceva soltanto rischi e disagi ai pedoni ma generava il rapido danneggiamento della pavimentazione lapidea realizzata per sopportare un esclusivo transito pedonale.

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Per l’occasione furono installati i pilomat, dieci cilindri meccanici con movimento idraulico, dal costo tutt’altro che a buon mercato (si parla di circa tremila euro per ogni elemento esclusa la costosa installazione), hanno avuto purtroppo vita breve.

Le polemiche

Troppo spesso al centro di polemiche perché giudicati da una parte dei residenti più progressisti uno strumento di «coercizione» della libertà al punto da creare una spaccatura tra coloro che erano titolari di posto auto interno e quelli che non lo erano; ai primi la municipalità diede l’opportunità di accesso indeterminato dopo aver rilasciato un comando remoto per l’apertura dei cilindri; ciò generò la sommossa di coloro che non avendo posto auto veniva negato il diritto di praticare il carico e lo scarico fuori orario.

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Dopo appena cinque anni di funzionamento non proprio efficiente ed altrettanti di polemiche sono stati definitivamente messi in pensione. Oggi, ridotti a semplici rottami, sono stati tumulati sotto il manto stradale e chiusi, si fa per dire, con l’ennesima colata di asfalto. La questione è disarmante soprattutto in considerazione dell’enorme costo di installazione e gestione. Sarebbe giudizioso da parte dell’attuale amministrazione che i pilomat venissero rimossi ed installati nelle aree in cui è praticata la sosta selvaggia.

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