Il senatore: «Commissione d’inchiesta contro le mafie non sia una vacua liturgia»
«Fratelli d’Italia ritiene che la commissione d’inchiesta contro le mafie non debba essere una vacua liturgia che si consuma a ogni legislatura, ma rappresentare uno strumento indispensabile per condurre tutti insieme la lotta per l’affermazione dello Stato. A questo proposito, nella legge istitutiva, sono state introdotte delle positive innovazioni». Lo dichiara in aula di Palazzo Madama il senatore di Fratelli d’Italia Antonio Iannone.
Il senatore cita «ad esempio, quanto stabilisce la lettera I dell’articolo 1 del testo, sul quale già dalla scorsa legislatura abbiamo lavorato con l’attuale sottosegretario all’Interno Wanda Ferro, ossia la possibilità per i partiti di avvalersi della commissione in funzione preventiva per l’analisi dei profili dei candidati. Questo strumento serve ad evitare il corto circuito che perdura da troppi anni per cui il giudizio di impresentabilità arriva soltanto nell’ultima settimana di campagna elettorale, quando i partiti sono costretti a subire i nodi che vengono al pettine».
E aggiunge: «Ricordo infine che il governo Meloni ha dimostrato finora di declinare in senso pratico la sua lotta alla mafia. In pochi mesi lo Stato ha messo a segno colpi epocali: l’arresto di Matteo Messina Denaro ma non solo, l’arresto dei boss della ‘ndrangheta Edgardo Greco in Francia e di Antonio Strangio a Bali, la demolizione del covo di Michele Zagaria che viene restituito allo Stato per un parco urbano. Sono esempi che lo Stato dà ai giovani di lotta senza quartiere alla criminalità».
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