Rigopiano, Tirelli (Lgr): «Stato protegge se stesso, giusta rabbia familiari»

Il presidente del partito: Abruzzo ostaggio della burocrazia, va avanti grazie a privati

«La rabbia dei parenti delle vittime e dei sopravvissuti alla tragedia dell’hotel Rigopiano alla lettura della sentenza è una rabbia comprensibile. Tutta la vicenda processuale, fin dai primi fascicoli alla conclusione finale, dimostra l’esistenza di uno Stato che è fondamentalmente conservatore, autoreferenziale e burocratizzato. Uno Stato che si chiude a riccio per proteggersi dalle istanze di giustizia dei suoi stessi cittadini».

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Così l’avvocato Alexandro Maria Tirelli, leader del partito «Libertà, Giustizia, Repubblica», dopo la sentenza del Tribunale di Pescara che ha condannato 5 imputati e ne ha assolti altri 25.

«Emblematica dello stato dei fatti, in questo senso, è la telefonata di allarme del proprietario della struttura ai soccorritori che non hanno creduto, in un primo momento, a quello che veniva loro raccontato. Un fotogramma drammatico che è l’affresco più tragico e significativo del rapporto che intercorre tra cittadini e macchina amministrativa».

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«La realtà è che l’Abruzzo è una delle regioni dove l’amministrazione pubblica, in ogni suo comparto, soffre di un altissimo grado d’inefficienza e burocratizzazione. Che si tratti di sanità, ordine pubblico o protezione civile, la “macchina” della Regione è lenta e ingolfata dalle procedure. La parola d’ordine deve essere obbligatoriamente “sburocratizzare”. Snellire tutti i processi e rendere finalmente efficiente il sistema».

«Mentre il settore privato lavora alacremente e porta avanti il territorio, sostituendosi di sovente anche allo Stato, quello pubblico è occupato da migliaia di emuli di Checco Zalone, la cui caratteristica principale è l’attaccamento al posto fisso statale e ai piccoli e grandi privilegi che da questo discendono. La regione sopravvive e progredisce solo grazie alla volontà dei cittadini abruzzesi. Negli ultimi anni si sono fatti notevoli passi in avanti sul piano delle infrastrutture ma serve molto di più. Pescara e l’Abruzzo tutto possono, e devono, crescere molto più velocemente» conclude Tirelli.

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