Trasporti di droga per Raffaele Imperiale: sequestri da 52 milioni di euro per fratelli casertani

Il narcos e i soci hanno confermato l’impiego dell’imprenditore

Beni per circa 52 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza e dal Gruppo Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente di Napoli ai fratelli casertani Giovanni e Michele Fontana, imprenditori nei settori del trasporto merci su strada e nella gestione rifiuti, ritenuti dai «pentiti» legati alla fazione Zagaria del clan dei Casalesi. I finanzieri e i militari dell’arma hanno messo i sigilli a quote e compendi aziendali di 8 società, 120 immobili tra fabbricati e terreni e 6 veicoli, tra auto e moto. Bloccati anche i loro rapporti bancari e finanziari.

Secondo gli inquirenti Giovanni avrebbe anche aiutato il narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale a nascondere, in un deposito, due container contenenti ben 600 chilogrammi di cocaina diretti in Australia e per i suoi servigi, secondo quanto dichiarato da Imperiale, Fontana avrebbe ricevuto un compenso di oltre 7 milioni di euro.

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Raffaele Imperiale conferma le conversazioni

Anche il narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale, confermando il contenuto delle conversazioni «protette» dai sistemi di criptazione Eurochat e Sky ECC ma decodificate dagli inquirenti francesi, ha confermato il coinvolgimento dell’imprenditore Giovanni Fontana nell’operazione «Australia».

Imperiale ha anche confermato le rivelazioni rese agli investigatori dal suo socio a Dubai, Bruno Carbone e di Daniele Ursini, uno dei riferimenti del cartello sul territorio napoletano, circa il coinvolgimento di Fontana in altri due traffici illeciti di stupefacenti dal Brasile, tra il 2008 e il 2010, di sei tonnellate di cocaina e, in seguito, tra il 2017 e il 2021, di una decina di trasporti dall’Olanda.

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Ed è proprio su queste propalazioni che si fonda il decreto di sequestro emesso dalla Sezione per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta di aggravamento della misura del controllo giudiziario avanzata dalla DDA di Napoli e dalla DNA. In sostanza, c’era l’esigenza, da parte di Imperiale, di avvalersi di autotrasportatori efficienti e fidati e Imperiale decise di ricontattare il Fontana attraverso Daniele Ursini (anche lui arrestato lo scorso novembre).

Le indagini congiunte

Furono le indagini congiunte, condotte dalla Squadra Mobile e dalla Guardia di Finanza a portare all’arresto del narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale dopo una lunga latitanza dorata a Dubai. Imperiale venne preso in consegnate dagli agenti della Mobile, dai finanzieri e dai carabinieri nell’aeroporto romano di Ciampino. Da quel momento Imperiale è stato messo a disposzione dell’autorità giudiziaria alla quale da mesi da rilasciando dichiarazioni concernenti le attività illecite che gli hanno consentito di assumere un ruolo primario nel traffico mondiale delle sostanze stupefacenti.

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