Governo, Giorgia Meloni: un piano per rafforzare la «sovranità energetica» dell’Italia

di Antonella Di Martino

A Palazzo Chigi si è tenuta la prima cabina di regia fra ministri e top manager

Giorgia Meloni vuole rafforzare la «sovranità energetica» dell’Italia, e convoca a Palazzo Chigi i big dell’energia per capire come spendere al meglio i soldi in arrivo del RepowerEu. E’ il finanziamento supplementare al Pnrr varato a maggio dall’Ue, per rendere l’Europa indipendente dal gas russo e spingere su rinnovabili e risparmio energetico. Ieri a Palazzo Chigi si è tenuta la prima cabina di regia fra ministri e top manager, e altri incontri seguiranno.

Il tempo stringe: entro il 30 aprile, l’aggiornamento del Pnrr dovrà essere pronto. Alla Presidenza del Consiglio si sono ritrovati la premier Meloni, i ministri Fitto (Affari europei), Giorgetti (Economia), Urso (Imprese), Pichetto (Sicurezza energetica), Lollobrigida (Agricoltura), i top manager Descalzi (Eni), Starace (Enel), Donnarumma (Terna), Venier (Snam).

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«La sfida per rafforzare la sovranità energetica richiede un impegno da parte di tutti – ha spiegato Meloni -. Oggi (ieri, ndr.) inizia un percorso istituzionale che in tempi brevi ci consentirà di elaborare e successivamente realizzare un piano che renderà l’Italia più sostenibile da un punto di vista energetico, attraverso l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, la riduzione dei consumi».

Per la premier, «il nuovo piano consentirà all’Italia di dare un forte contributo al ‘Piano Mattei’», per «una totale eliminazione del gas russo» e per «far diventare l’Italia hub energetico del Mediterraneo per tutta l’Europa». Nel quadro del nuovo RepowerEu, «il Governo si è impegnato ad attivare strumenti finanziari e di politica industriale, per sostenere concretamente la realizzazione dell’intero piano».

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Il RepowerEu e l’aggiornamento del Pnrr

Il RePowerEu per l’Italia aggiunge al Pnrr 9 miliardi per politiche energetiche su diversificazione delle fonti, rinnovabili e risparmio. Poi libera altri 4 miliardi dai fondi strutturali 2014-2020 non utilizzati, e destina all’energia 20 miliardi dalle aste Ets per le emissioni di carbonio (in pratica, la tassa europea sulla CO2). Il ministro Raffaele Fitto ha spiegato che la cabina di regia è servita «per avviare un confronto sul nuovo capitolo da inserire nel Pnrr».

Per il ministro che tiene i contatti con la Ue, «nei prossimi giorni sarà completato il confronto con tutti i soggetti istituzionali nazionali e locali, così come richiesto dalla Commissione Europea». «Il RepowerEu e il contestuale aggiornamento del Pnrr – ha concluso – dovranno essere perfezionati entro il 30 aprile». I quattro top manager presenti si sono impegnati a indicare a breve al governo i progetti che ritengono prioritari.

Sulla base dei piani industriali, si può già dire che Eni punterà su biocarburanti, idrogeno e cattura del carbonio, Enel su rinnovabili e potenziamento della rete al Sud, Terna sulla «smart grid», la rete intelligente per gestire la produzione incostante delle rinnovabili, Snam sul raddoppio del gasdotto Adriatico, per eliminare il «collo di bottiglia» in Abruzzo e permettere alle nuove forniture da Algeria, Libia e Azerbaijan di raggiungere il Nord Europa.

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