Ma i magistrati di sinistra avvertono il governo che è meglio smetterla con la fermezza e annunciano l’avvio della resistenza costituzionale
«Errare è umano, perseverare è diabolico». Lo sostiene l’antica saggezza, ma Letta & c., perseguendo sempre la stessa strada, dopo la batosta alle urne, calano vorticosamente anche nei sondaggi. E ora rodono perché a Bruxelles i vertici Ue hanno accolto la premier Meloni con tutti gli onori. Certo, non ne sono derivati risultati concreti. Ma al primo incontro, «era follia sperar». Si sono poste, però, le premesse per una collaborazione su: conti, bollette, inflazione e aggiornamento Pnrr. Intanto, contro i rincari saranno investiti per quest’anno 9,5 miliardi e oltre 30 fino alla fine del 2023. E da subito ricominceranno le trivellazioni.
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Intanto, i magistrati di sinistra, che non hanno alcuna intenzione di cedere il passo e tornare nell’ombra, con due comunicati stampa: il primo di Magistratura democratica, avverso i primi provvedimenti del governo e soprattutto quello sul rave party annuncia «una lunga stagione di resistenza costituzionale»; il secondo di Area, la corrente vicina al Pd, in riferimento al blocco delle tre navi Ogn avverte il ministro Piantedosi che non è il caso di continuare per la strada della fermezza. E già c’è chi paventa d’inchieste in arrivo. E Mattarella tace.
Ma se si vuole davvero che l’Italia cresca e divenga una e unita, bisogna anche smetterla con «il Mezzogiorno che deve riscattarsi» e «la destra che deve sdoganarsi». Due considerazioni, utili a delegittimare entrambi, per scaricare sul Sud le responsabilità dei suoi ritardi e la seconda di continuità col fascismo.
Ma di cosa dovrebbe riscattarsi il Mezzogiorno?
Di essere stato derubato e spogliato di tutti i suoi tesori con la falsa unità e lo strabismo pro-nord dei governi nazionali che si sono susseguiti dal ‘68 in poi? E cosa dovrebbe farsi perdonare la Destra? Del vuoto totale d’idee per costruire il futuro del Paese che la sinistra italiota, ha sempre nascosto dietro il suo antifascismo e il fantasma dell’uomo nero, fingendo di non accorgersi del clima di livore che generava e sul quale continua a soffiare. A dispetto degli elettori che proprio per questo continuano ad abbondonarla? E a chi toccherebbe riconoscere loro di aver conseguito tali obiettivi?
Ovviamente, a quelli che ieri (Pc-Pd) prendevano soldi da Mosca per il trionfo di «bandiera rossa», insieme a +Europa, che ha preso 1milione 500mila euro da Soros per un listone antifascista. Quelli, cioè, che a marzo scorso hanno firmato con il sindaco Manfredi il «pacco per Napoli», promettendogli un miliardo e 200milioni in 20 anni (60 annui) per sanare una debitoria che a novembre ‘21 ammontava a 5miliardi.
A patto, però, che un quarto della quota annua (15 milioni), venisse da un aumento dell’addizionale Irpef dello 0,2%; dall’introduzione di una tassa d’imbarco a Capodichino del 2% a partire dal ‘23 e dal congelamento dei pagamenti ai fornitori dei debiti fino al 31/12/21. In pratica, da cittadini, fornitori e turisti.
Ora, però, consapevole del «campione senza valore» che gli hanno rifilato Manfredi, per farne ricadere le colpe sul nuovo governo, vuole parlarne con la premier. E questo non è che uno dei tanti «pacchi» che hanno ridotto in pezzi, il Sud. Per cui andrebbe risarcito, altro che riscattarsi!
Ora tocca dimostrare di avere le idee chiare
Quanto, poi, a sdoganare la Destra hanno provveduto da decenni votandola gli elettori (ma a loro non conviene accorgersene) e che un mese addietro hanno consegnato le chiavi di palazzo Chigi alla sua leader e presidente dei conservatori europei, Meloni. Cui, ora tocca dimostrare di avere le idee chiare su come far ripartire l’Italia e come trasformare il Sud nel volano del suo sviluppo.
E non manca certo di suggestione la riflessione da lei offerta nel suo intervento per la fiducia alle Camere: «I nostri mari contengono giacimenti di gas che abbiamo il dovere di sfruttare a pieno, il Mezzogiorno ha tutte le potenzialità per diventare l’hub di approvvigionamento energetico d’Europa e rappresenta il patrimonio e il paradiso delle rinnovabili, con il suo sole, il vento, il calore della terra, le maree e i fiumi. Un patrimonio di energia verde troppo spesso bloccato da burocrazia e veti incomprensibili».
Personalmente, aggiungerei anche il Ponte sullo stretto. Certo, non è facile, né si può fare dall’oggi al domani. Ma, viste le ricchezze, il patrimonio culturale del Sud e le risorse Pnrr da investire, la presenza nell’esecutivo di tre meridionali doc: Musumeci, al «Mezzogiorno e al mare»; di Sangiuliano alla «cultura» e Fitto agli «affari europei, della Coesione e Pnrr» è una garanzia che la volontà di farlo c’è.