Ad ottobre altro aumento dell’elettricità: + 59% pari a 1.322 euro annui a famiglia

di Mimmo Della Corte

Per salvare imprese e famiglie la Germania investe i 200 miliardi di extraprofitti del surplus commerciale

Per il governo Meloni – ormai non dovrebbero esserci più dubbi sul premier – niente luna di miele. Tra bollette alle stelle (in arrivo altro aumento dell’energia elettrica di 1.322 euro a famiglia e per fronteggiarlo non ci basteranno i 9/10 miliardi scovati nella Nadef; ma Berlino, schiaffeggia l’Europa, dice «no» al tetto sul prezzo del gas e nel salvataggio investe i 200 miliardi di «extraprofitti» ottenuti violando il surplus commerciale; noi, con 80 miliardi bloccati per il rdc, restiamo a guardare, facendo traballare 850mila pmi e 3,5milioni di posti di lavoro con rischio desertificazione industriale e occupazionale, inflazione a +8,9% e recessione) allarme rosso sul metano russo, la povertà che cresce e l’agenzia delle entrate che, in piena crisi, invia ai cittadini 13 milioni di cartelle fiscali – non c’è tempo da perdere.

Intanto il 15 ottobre bisognerà presentare alla Ue la bozza di manovra 2023 seppure priva – perché il governo non è ancora insediato – di misure di politica economica, per queste, c’è tempo fino al 30 novembre, ma entro il 31 dicembre, pena esercizio provvisorio, le due Camere dovranno approvare la legge di bilancio 2023. Imbellettata da una sostanziosa ciliegina di 40 miliardi contro inflazione e crisi.

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Alla luce dei numeri e delle questioni sul tappeto, il futuro dell’esecutivo più che dall’opposizione dipende da ciò che sarà in grado di fare, come e quanto tempo impiegherà. Purtroppo, però, oltre che con la crisi il centrodestra dovrà vedersela anche con Pd, M5S, influencer, pieni di follower, ma privi d’«influenza», ugole di piombo e intellò in difesa dei benefit acquisiti. Insomma, l’opposizione più che dentro si farà fuori dal palazzo, con qualche fronda oltreconfine.

Si preparano alla «resistenza»

Poco importa a lorsignori che il segretario di Stato Usa Blinken ribadisca che «L’Italia è un alleato fondamentale, una democrazia forte e un partner prezioso» e la Commissione europea abbia dato il benestare al versamento all’Italia dei 21 miliardi della seconda tranche del Pnrr. Anzi, gli fa ancora più male! Hanno mancato l’obiettivo elettorale primario, non intendono arrendersi e si preparano alla «resistenza» ma a cosa?

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La risposta-conferma arriva dall’«Intelligence» che ha denunciato l’apertura della «campagna d’odio contro il nuovo governo»; dalle femministe scese in piazza per protestare contro la Meloni, in difesa dell’aborto, che nessuno vuole toccare e gli attacchi quotidiani di Tv e imbrattacarte in cerca di pubblicità facile e soprattutto gratuita. Centrosinistra, Terzo Polo e M5s, sapevano di perdere ma speravano che la sconfitta non assumesse proporzioni devastanti e che il risultato finale non garantisse la governabilità.

Certi che Mattarella assumendo a giustificazione del diniego l’instabilità di governo, non desse il via libera a un esecutivo di centrodestra (è democrazia solo se vincono loro) e «tutti insieme» potessero ancora rientrare trionfalmente a palazzo Chigi e continuare a fare il bello e il cattivo tempo a dispetto degli italiani che li avevano di nuovo messi alla porta. E – con il solo «ciak si gira» dell’uomo del Colle e il sostegno della stampa irreggimentata – rimettere le mani sul potere.

La scelta degli italiani

Viene il dubbio che, tacitamente, su questa strategia fosse d’accordo anche il Capo dello Stato. Non a caso l’unico a non rivendicare la nostra libertà di voto contro le minacce della «nominata» dai «nominati», a capo del Governo Ue von der Leyen, della premier francese Borne e della stampa estera. Ma gli italiani non li hanno ascoltati, hanno scelto con convinzione il centrodestra – trainato da Meloni e FdI – con 7.300.628 voti, appena 37mila in meno dell’intero centrosinistra 7.337.624 – neo primo partito italiano, con maggioranza e numeri indiscutibili.

Complicando, un intervento pregiudiziale del Quirinale che non saprebbe come motivare il «niet» ad una maggioranza e una premier stravotati, solo per rimettere in campo un altro esecutivo tecnico. Ancora una volta, quindi, gli italiani hanno dimostrato di essere migliori dei «sinistrati» che li hanno governati sinora. Speriamo che Giorgia Meloni resti fedele a se stessa, non si lasci «sedurre» dal potere e mantenga le promesse. E ricordi di aver promesso che «non lasceremo indietro nessuno».

Setaro

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