«Con l’incremento dei prezzi al consumo crescono anche le entrate tributarie. Surplus che si potrebbe utilizzare per tenere sotto controllo i prezzi»
«Bisogna fare in modo che le conseguenze dell’aggressione all’Ucraina – che per altro sembrano diventare sempre più preoccupanti – non continuino a ricadere sui bilanci delle aziende italiane, molte delle quali già a un passo dalla chiusura e da lì in maniera diretta (licenziamenti) o indiretta (aumento dei costi) a scaricarsi sulle famiglie».
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A sostenerlo è Marta Schifone, responsabile del dipartimento Professioni di Fratelli d’Italia, componente del direttivo nazionale del partito e candidata alla Camera come capolista in tre listini proporzionali nel plurinominale (“Napoli”; “Napoli città Metropolitana”; “Caserta e Benevento”) e nel collegio uninominale di Somma Vesuviana.
«Occorre, quindi, tutelare il potere d’acquisto dei nuclei familiari al cospetto di una crisi economica e finanziaria che sembra farsi sempre più pesante per la crescita del tasso d’inflazione».
«Mantenere il taglio delle accisi sui carburanti e calmierare i prezzi dei beni di prima necessità, tenendo conto che l’incremento dei prezzi al consumo fa crescere le entrate tributarie e che quel surplus potrebbe essere, magari, in parte utilizzato proprio a tenere sotto controllo i prezzi. Ridurre la pressione fiscale, con il “quoziente familiare” ovvero tenendo conto del numero dei componenti la famiglia e aumentare del 50% l’assegno unico per ogni figlio fino a un massimo di 250 euro e fino ad un reddito di 15mila euro»
E per imprese e libere professionisti?
«Anche in questo campo c’è tantissimo da fare. Bisogna tutelare lavoro autonomo e libere professioni attraverso il contrasto al lavoro irregolare e la concorrenza che, in periodi difficili, quale quello che stiamo attraversando in questo momento, sono ancora più pressanti e pericolosi. Puntare a defiscalizzazione e incentivazione del welfare aziendali, la detassazione e la decontribuzione di premi di produzione e buoni energia, ma anche ad incentivare l’imprenditoria femminile e giovanile, rafforzando i meccanismi di decontribuzione per il lavoro femminile , under 35, disabili e per le assunzione nelle zone svantaggiate».
«Certo, non si tratta d’iniziativa di facile e veloce realizzazione, ma una classe politica che si rispetti deve guardare all’oggi, ma non perdere di vista il domani che è dietro l’angolo. E quindi, il taglio del cuneo fiscale per imprese e lavoratori e facilitazione per l’accesso al credito di famiglie ed imprese. E introdurre la flat tax incrementale applicandola, cioè, sull’aumento dei redditi rispetto all’anno precedente e, per stimolare le aziende ad assumere, il principio “più assumi, meno paghi”. Ovvero “più è alta l’incidenza dei dipendenti in rapporto al fatturato, meno tasse paghi”»
E il «patto per Napoli» firmato da Draghi e Manfredi per il quale lo Stato verserà all’A.c. 1 miliardo e 300 milioni in 20 anni per far fronte ad un debito che a fine 2021 era già di 5miliardi. La convince?
«No! La sinistra intende accollare ai cittadini il buco miliardario che ha prodotto in 30 anni di “occupazione” di Palazzo San Giacomo. Ma nessuno ha intenzione di cancellarlo. Chiaro, però, che dopo le elezioni, se le cose andranno come tutti prevedono e FdI e centrodestra usciranno vincenti, approfondiremo la questione e senza ideologismi faremo di tutto per evitare un ennesimo affronto ai napoletani ed eventualmente apportarvi le misure migliorative necessarie perché divenga quello per il quale è stato pensato: uno strumento per lo sviluppo».