Camorra, chiesto il rinvio a giudizio per 7 del clan Piccolo-Letizia

L’organizzazione criminale operante in particolare nei comuni di Marcianise e Capodrise

La Procura di Napoli (Direzione Distrettuale Antimafia) ha chiesto il rinvio a giudizio per sette persone ritenute organiche al clan camorristico Piccolo-Letizia, operante nel Casertano, in particolare nei comuni di Marcianise e Capodrise; l’udienza preliminare si terrà davanti al tribunale di Napoli (Gup Fabio Provvisier) il prossimo 29 settembre. I Piccolo-Letizia sono storicamente rivali dell’altro clan attivo da decenni a Marcianise, i Belforte, ma negli ultimi anni, complici alcune scarcerazioni e soprattutto le tante inchieste che hanno indebolito i Belforte, hanno ripreso forza sul territorio.

Lo dimostra l’indagine della Dda di Napoli (sostituto Luigi Landolfi), che lo scorso cinque aprile portò in carcere per associazione camorristica, detenzione di armi e varie estorsioni con il metodo mafioso consumate e tentate Agostino Piccolo, Gaetano Monica e Salvatore Letizia (fratello del collaboratore di giustizia Primo Letizia), e ai domiciliari Ottavio Sorbo, Gaetano Viciglione, Amedeo Belvisto e Pasquale Regino; un ottavo indagato, Francesco Piccolo, non fu arrestato perché deceduto.

Pubblicità

Gli episodi estorsivi contestati

Per tutti è stato chiesto il rinvio a giudizio (tra i difensori degli imputati Mariano Omarto, Mirella Baldascino, Umberto Elia, Bernardino Lombardi, Domenico Esposito). Tra gli episodi estorsivi contestati quello relativo all’azienda che a Marcianise svolge il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, la «società consortile Marcianise servizi arl», il cui titolare Antonio Deodati ha versato agli emissari del clan, in particolare ad Amedeo Belvisto, somme tra i 2 e i 3mila euro prima delle festività di Pasqua e Natale negli anni 2014 e 2015; qualche anno dopo, nel 2019, gli imputati Agostino Piccolo e Gaetano Monica non sono riusciti invece a farsi pagare dalla stessa azienda, per il rifiuto di un dipendente che era stato avvicinato.

In altre circostanze è emerso come gli estorsori, in mancanza di soldi, non disdegnassero di prendersi dagli operatori economici anche prodotti, senza ovviamente pagarli; è il caso di Gaetano Monica, che viene intercettato mentre «preleva» alcune paia di scarpe Nike e Fila nel negozio di un imprenditore taglieggiato.

Pubblicità Federproprietà Napoli

Almeno sette estorsioni non sono state consumate per il rifiuto delle vittime di pagare; tra queste compare l’imprenditore dei supermercati Paolo Siciliano, che nel 2019 non ha voluto cedere alle minacce del clan Piccolo-Letizia, ma a gennaio 2021 è stato poi arrestato per continuità ad un altro clan, quello guidato da Michele Zagaria.

Potrebbe interessarti anche:

Setaro

Altri servizi

Clan Moccia, scarcerati 15 imputati: Gratteri chiede chiarimenti

Tra loro anche Gennaro, Antonio e Luigi Moccia Mentre l’Italia si gode le vacanze estive, a Napoli e dintorni accade qualcosa di ben diverso. Nel...

Castellana Grotte: viaggio tra meraviglie sotterranee e sapori autentici

Tra stalattiti, leggende e piatti tipici nel cuore della Puglia Uno scrigno di magica bellezza. Il complesso di rocce calcaree e cavità sotterranee di origine...

Ultime notizie

Ex Ilva, Urso tira dritto ma Bitetti blocca il tavolo e lascia i lavoratori nell’incertezza

Il ministro conferma la riunione al Mimit La partita per il futuro dell’ex Ilva è sempre più un confronto a due. Da una parte il...

L’Italia e altri 4 Paesi: no ai piani di Israele per la Striscia di Gaza

I ministri degli Esteri: aggraverà catastrofica situazione umanitaria I ministri degli Esteri di Italia, Australia, Germania, Nuova Zelanda e Regno Unito denunciano, nella dichiarazione congiunta...

Napoli, rapina violenta nella hall dell’albergo: fermato un 26enne

Ricercato il complice Indagini lampo della polizia e un primo arresto per la rapina di un orologio di lusso a Napoli finita con il ferimento...