Gestione rifiuti in Campania, nuovo richiamo da Straburgo: «Questioni irrisolte»

Passi avanti nella gestione dei rifiuti in Campania ma insufficienti

Le autorità italiane hanno fatto passi avanti nella gestione dei rifiuti in Campania ma insufficienti a convincere il comitato dei ministri del Consiglio d’Europa che i problemi riscontrati dalla Corte europea dei diritti umani (Cedu) nel 2012 siano stati risolti. Dieci anni fa la Corte di Strasburgo condannò l’Italia per aver costretto i cittadini di Somma Vesuviana a vivere tra l’immondizia che si accumulava sulle strade in seguito all’emergenza rifiuti che la Campania ha attraversato tra il 1994 e il 2009.

Dopo la valutazione della documentazione inviata dal governo e dalla Ong Strali, l’esecutivo del Consiglio d’Europa ha stabilito oggi che «sebbene siano stati compiuti progressi per rimediare ai malfunzionamenti nella raccolta e nel trattamento dei rifiuti, restano irrisolte delle questioni legate a diversi aspetti della fase di smaltimento del ciclo di gestione dei rifiuti».

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Inoltre Strasburgo, nella comunicazione appena pubblicata, ha evidenziato che le informazioni fornite da Roma «sono inconcludenti per quanto riguarda la possibilità per i cittadini che si trovino in una situazione simile a quella degli abitanti di Summa Vesuviana di richiedere un risarcimento per i danni morali e l’adozione di misure volte ad eliminare le conseguenze persistenti della cattiva gestione dei rifiuti». Su questo ultimo punto è stato chiesto al governo italiano di inviare nuove informazioni entro il 20 ottobre 2022, mentre sulle restanti questioni la scadenza per dare ulteriori elementi è stata fissata al 20 giugno 2023.

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