Il conflitto, l’Ucraina: «Corridoi umanitari verso Russia e Bielorussia sono immorali»

Il governo russo approva una lista di «Paesi ostili»: c’è anche l’Italia

Mosca ha dichiarato il cessate il fuoco aprendo sei corridoi umanitari per permettere l’evacuazione della popolazione, ma solo in direzione della Russia Meridionale e della Bielorussia. Una soluzione che l’Ucraina ha respinto, definendola «immorale». Nel pomeriggio il terzo round di colloqui, mentre la Russia non si è presentata all’udienza che era stata fissata per questa mattina al Tribunale superiore delle Nazioni Unite dell’Aja.

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Il portavoce del ministero della difesa russo Igor Konashenkov ha annunciato che alle 10 di stamani (le 8 italiane) è stato dichiarato un cessate il fuoco per permettere l’apertura di sei corridoi umanitari: uno da Kiev a Gomel (Bielorussa), due da Mariupol in direzione Zaporizhzhya (sud-est Ucraina) e Rostov sul Don (Russia meridionale), uno da Kharkiv a Belgorod (Russia occidentale) e due da Sumy: uno verso Belgorod (Russia) e uno verso Poltava (Ucraina centrale).

La decisione è stata rifiutata dal governo ucraino che ha definito «immorale» la scelta di Mosca di consentire l’evacuazione dei civili solo nella direzione della Russia e della Bielorussia, paese alleato di Mosca. «Questa – ha detto un portavoce del presidente ucraino Zelensky, secondo quanto riporta la Bbc – è una storia completamente immorale. La sofferenza delle persone viene utilizzata per creare l’immagine televisiva desiderata».

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Percorsi per l’evacuazione minati

Senza contare che, secondo quanto ha riferito un operatore della Croce Rossa internazionale alla Bbc, i percorsi per l’evacuazione dei civili ucraini da Mariupol sono minati. Dopo un’altra notte di bombardamenti su quasi tutto il paese, con vittime documentate sia fra i militari, sia fra i civili, la Russia sta continuando ad ammassare truppe e mezzi militari alle porte di Kiev, in previsione di un attacco alla capitale. Fra le vittime, Yuri Illich Prylypko, sindaco di Gostomel, cittadina vicina a Kiev e sede dell’aeroporto strategico Antonov, già teatro di scontri.

A quanto riferisce il municipio su Facebook, è stato raggiunto da uno sparo «mentre distribuiva il pane agli affamati e medicine ai malati». Nella foresta di Belovezhskaya Pushcha, nella regione di Brest in Bielorussia, dove si sono svolti anche i primi due negoziati, il terzo round dei colloqui fra la delegazione russa e quella ucraina.

Colloqui che vengono seguiti con grande attenzione dalle diplomazie di tutti i paesi del mondo, compresa ovviamente l’Italia: per stasera è prevista una telefonata fra il premier Mario Draghi e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Draghi intanto ha incontrato Ursula von der Leyen e al termine dell’incontro ha fatto una sintesi della situazione. «Finora – ha detto – la soluzione diplomatica non ha dato alcun frutto, la determinazione della Russia è chiarissima ed è andare avanti e procedere finché il Paese non si sia arreso. Probabilmente instaurare un governo amico e sconfiggere la resistenza».

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Per Borrell si va verso i 5 milioni di rifugiati

Si muove anche la Cina, che assicura amicizia con la Russia, ma si dice pronta a svolgere un ruolo di mediazione. Si cominciano anche a delineare le dimensioni della questione umanitaria dei profughi e dei rifugiati che scappano dalla guerra. Secondo l’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, il numero delle persone che sono fuggite dall’Ucraina dallo scorso 24 febbraio è salito a 1,7 milioni, un milione dei quali è già arrivato in Polonia. Se i bombardamenti dovessero continuare, secondo l’alto rappresentane dell’Unione Europea Josep Borrell, ci si possono aspettare 5 milioni di rifugiati.

Zelensky: «Quanti morti vi servono per mettere in sicurezza i nostri cieli?»

Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha rilanciato l’appello alla comunità internazionale. «Quanti morti vi servono per mettere in sicurezza i nostri cieli? Stiamo aspettando questa decisione, o (decidete) con le forze che avete o fornendoci aerei e sistemi anti-aerei che ci diano la forza di farlo. Durante la notte la Russia ha colpito Mykolayv, le aree residenziali, usando razzi e artiglieria. Hanno colpito Kharkiv, e i quartieri vicini e hanno colpito anche altre città. Questo non ha senso da un punto di vista militare, è semplicemente terrore».

I «Paesi ostili» della Russia

Il governo russo ha approvato oggi una lista di «Paesi ostili», per aver applicato o per essersi uniti a sanzioni contro Mosca nella quale compare anche l’Italia in quanto Paese europeo. La lista comprende infatti tra gli altri gli Usa, i Paesi Ue, la Gran Bretagna, il Giappone, la Corea del Sud, l’Australia, la Nuova Zelanda, la Svizzera oltre che ovviamente la stessa Ucraina. Secondo il decreto, lo Stato, le imprese e i cittadini russi che abbiano debiti nei confronti di creditori stranieri appartenenti a questa lista potranno pagarli in rubli.

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