Catasto, l’emendamento del centrodestra non passa: la maggioranza si spacca

Alta tensione nei partiti di governo, Lega e Forza Italia votano con FdI

Nonostante una telefonata di Mario Draghi a Silvio Berlusconi, la maggioranza si spacca sul catasto con la linea del governo che, alla fine di una giornata di trattative, passa in commissione Finanze della Camera ma solo per un voto.

La tensione era salita alle stelle già ieri quando il governo, rappresentato dalla sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra, aveva dato parere negativo all’emendamento sottoscritto da tutto il centrodestra che puntava a stralciare dalla delega fiscale la revisione del catasto. Oggetto del contendere la norma sancita dall’articolo 6 della delega che prevede un aggiornamento delle rendite catastali periodico e legato ai valori di mercato. Revisione che sarebbe poi stata messa a disposizione del fisco a partire dal 1 gennaio 2026.

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In mattinata Lega, Forza Italia e gli altri componenti del centrodestra di maggioranza hanno trovato un accordo su una riformulazione della norma per evitare il voto in commissione sullo stralcio. Proposta che in estrema sintesi prevedeva che qualsiasi operazione sulle rendite catastali non potesse essere utilizzata né per «finalità fiscali», né per il «computo dell’Isee», né per «incrementare il gettito fiscale totale, fatta salva l’emersione di base imponibile per effetto delle attività di accertamento ed emersione».

Ma non sono bastate due successive riunioni di maggioranza tenute nel pomeriggio, e le staffette di delegazioni del centrodestra a Palazzo Chigi, per ottenere un parere favorevole sulla riformulazione della norma. Lo stesso Draghi ha provato a «convincere» al telefono il leader di Forza Italia Berlusconi. Ma evidentemente non è bastato: intorno alle 17.30 il tavolo delle trattative è saltato e la commissione Finanze è tornata a riunirsi per il voto sull’emendamento soppressivo.

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La conta finale, 23 contrari e 22 favorevoli

Alla conta finale l’emendamento del centrodestra è stato bocciato per un voto, con 23 contrari e 22 favorevoli. A favore della cancellazione dell’articolo 6 del provvedimento hanno votato 9 componenti della Lega, 6 di Forza Italia, 3 di Fratelli d’Italia, 2 di Coraggio Italia, 2 di Alternativa. Contro l’emendamento del centrodestra hanno votato 12 del Movimento 5 Stelle, 6 del Partito democratico, 1 di Leu, 1 di Italia Viva (Luigi Marattin si è astenuto in quanto presidente della Commissione), 1 di Noi con l’Italia, 1 di Azione e 1 del Gruppo Misto.

«Il centrodestra – accusa il segretario Pd Enrico Letta – ha appena tentato di far cadere il governo Draghi sul riordino del catasto. Non vi è riuscito per un soffio. Abbiamo tenuto. Sembra una fake-news, in uno dei giorni più drammatici della nostra storia recente. Purtroppo è una notizia vera. Sono senza parole». Anche per Federico Fornaro (Leu), quello di Lega e Forza Italia è «un atteggiamento incomprensibile che sta mettendo in difficoltà il governo Draghi in uno dei momenti più delicati della storia nazionale recente».

Meloni: «Chiediamo coerenza a chi ha preso insieme a noi un impegno preciso»

Nel centrodestra Fdi Giorgia Meloni afferma: «La bocciatura dell’emendamento per stralciare la riforma del catasto dalla delega fiscale è l’ennesimo segnale che questo è un Governo a traino Pd che non può fare gli interessi degli italiani. Surreale che dopo due anni di pandemia e durante una crisi internazionale potenzialmente devastante l’Esecutivo pensi a stangare gli italiani colpendo la loro proprietà».

«La riforma del catasto è una patrimoniale nascosta e uno dei pilastri del centrodestra è sempre stato quello di essere fermamente contrari ad un provvedimento simile. Nessuna deroga a questo principio. Fratelli d’Italia non cambia idea e chiede coerenza a chi ha preso insieme a noi un impegno preciso con i cittadini: votiamo no alla delega fiscale» conclude la Meloni.

«Nessuna rottura, meno che mai sulla delega fiscale, ma nessun passo indietro: non vorrei si confondesse la doverosa responsabilità di governo con un’abiura ai propri valori e alle proprie idee», sottolinea il sottosegretario leghista al Mef Federico Freni. «Dopo questo voto che porta all’aumento delle tasse sulla casa per gli italiani, svelando le vere intenzioni di centrosinistra e 5s, da oggi ci sentiamo liberi di votare secondo quelle che sono le indicazioni della politica fiscale da sempre della Lega, che sono flat tax, regimi speciali, cedolare secca, semplificazioni, battaglia sulle cartelle, saldo-acconto». Lo affermano Massimo Bitonci e Alberto Gusmeroli dopo il voto sul catasto in commissione Finanze della Camera. «E voteremo – aggiungono – con chiunque ci appoggi su queste proposte».

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