Le Regioni chiedono il Super Green pass ma il governo frena. Giovedì il CdM

Le Regioni chiedono al governo il Super Green pass per frenare la Quarta ondata

Giovedì un Consiglio dei ministri ma prima una nuova riunione con le Regioni e soprattutto un tavolo di maggioranza. Sembra essere questa la road map tracciata da Palazzo Chigi per dare entro questa settimana il via libera al Super Green pass, richiesto a gran voce dalle Regioni stesse e visto come il passo decisivo per contrastare l’aumento dei contagi e l’arrivo della quarta ondata che in Europa già sta facendo sentire i suoi effetti. E soprattutto come da un anno a questa parte ‘per salvare il Natale’.

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Una road map a cui si è giunti dopo l’incontro che ieri nel tardo pomeriggio il governo ha avviato con le Regioni. Come detto sono soprattutto queste ultime a spingere verso una linea dura, che significa in particolare restrizioni per chi non si è vaccinato e maggiori libertà invece per chi ha deciso di farlo.

A dare voce a queste posizioni proprio il presidente della Conferenza Stato Regioni, Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia che proprio dalla frontiera balcanica teme il collasso sanitario: «Abbiamo visto un importante, vertiginoso aumento dei contagi nelle scorse settimane, che per fortuna nell’ultima si è stabilizzato. Da qui alle prossime due settimane prevediamo che in Friuli-Venezia Giulia ci sia un picco dei ricoveri. Questo è preoccupante perché viviamo al confine con aree particolarmente colpite dal virus come Austria e Slovenia, con le quali c’è una relazione quotidiana. Abbiamo chiesto al governo che favorisca i controlli al confine».

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La situazione interna in Friuli-Venezia Giulia

Ma a parte la situazione alla frontiera per Fedriga il problema è il contenimento del virus all’interno del territorio stesso. Da qui la proposta «di far sì che nel passaggio di zona a un colore più scuro, quindi dall’arancione al rosso, al giallo per quanto riguarda la partenza dalla zona bianca, si possano ipotizzare maggiore possibilità di svolgere attività per chi è vaccinato».

Insomma, piuttosto che chiudere attività al passaggio da un colore ad un altro saranno i cittadini vaccinati o meno a subire restrizioni. In realtà, però, nel corso della riunione del governo le Regioni avrebbero avanzato l’ipotesi che il Super Green pass per vaccinati e guariti scatti anche in zona bianca e quindi non soltanto dal giallo in su.

Si tratta comunque al momento soltanto di ipotesi perché, come detto, il governo si è riservato di aprire una riflessione interna alla stessa maggioranza. Riflessione che non sarà facile visto che su questo punto, come al solito, le posizioni tendono a diversificare. Se Forza Italia per tramite di Antonio Tajani ha subito detto di essere favorevole al Super Green pass (Basta incertezze. Forza Italia è favorevole al doppio greenpass), è dalla Lega che si frena a questa ipotesi.

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La Lega costretta a una mediazione interna

Ufficialmente Matteo Salvini non ha preso una posizione in merito. In mattinata terrà una videoconferenza con i suoi governatori, ma intanto ieri ha già tenuto una riunione con Zaia e Fontana e l’unica certezza emersa è la contrarietà al Green pass obbligatorio per gli under 12. Sul resto però c’è ancora incertezza anche se le posizioni di Fedriga, propenso a un inasprimento delle regole sul Green pass, complicano la situazione in casa Lega.

Infatti, Fedriga è esponente di primo piano leghista e sarà difficile per Salvini non tenere conto della sua posizione, che peraltro raccoglie le preoccupazioni di gran parte del mondo produttivo del Nord che è pronto a tutto pur di evitare nuove chiusure e lockdown. Ecco perché sarà difficile per Salvini dire di no al Super Green pass.

Fratelli d’Italia dice subito no

Chi già dice di no è Giorgia Meloni: «Io non sono a favore del green pass utilizzato così: ero a favore del green pass europeo perché era uno strumento per favorire la libertà di circolazione. Il vaccino non è la soluzione definitiva». Anzi, la leader di Fratelli d’Italia rivendica che «avevamo ragione. Ci hanno detto che il Green pass era uno strumento di libertà ma se parliamo di lockdown, di Regioni colorate, di limiti ai cenoni e di proroga dello stato di emergenza…».

E sullo stato di emergenza è altrettanto netta: «Io la proroga dello stato d’emergenza non la voto. A parte che c’è un problema costituzionale, per cui il massimo dello stato d’emergenza in Italia è due anni. Questa non è più emergenza, quindi non lo puoi prorogare. O il green pass funziona e non proroghi lo stato d’emergenza, o le misure che hai portato avanti fino ad oggi non funzionano. Andare avanti sulla stessa strada temo non ci porterà da nessuna parte».

Dichiarazioni che non faranno piacere a Salvini, il quale teme la concorrenza sul tema gestione della pandemia di Fratelli d’Italia ma soprattutto di apparire troppo appiattito sulle decisioni del governo e quindi a rimorchio della maggioranza stessa. Ecco perché non sarà semplice per Salvini trovare un punto di caduta, anche se sa benissimo di non potere non tenere conto dei desiderata dal mondo produttivo del Nord che vota e guarda alla Lega come punto di riferimento. Insomma, prepariamoci all’ennesima puntata della Lega di lotta e di governo che dall’inizio di questo Esecutivo sta andando in scena.

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