Più green pass per tutti. Il governo vara il decreto, dal 15 ottobre chi vorrà lavorare dovrà mostrare il pass

Per Draghi questo decreto serve per continuare ad aprire, per Giorgia Meloni un obbligo vaccinale senza il coraggio di metterci la faccia

Green pass per tutti i lavoratori, sia del settore pubblico e sia di quello privato. Ieri il governo ha approvato all’unanimità il decreto legge che estende il certificato verde digitale a tutte le categorie lavorative. L’obbligo scatterà dal 15 ottobre e terminerà con la fine dello stato di emergenza, e cioè al 31 dicembre. Sempre che non arrivino ulteriori proroghe.

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Insomma, a metà ottobre chi vorrà lavorare in Italia dovrà essere vaccinato, basterà anche soltanto una dose, oppure dovrà essersi sottoposto a un tampone. Mario Draghi, quindi, nuovamente è andato per la sua strada, dritto, imponendo la sua mediazione e decidendo di non attendere le amministrative per varare il decreto. Nessuna gradualità ma un’accelerazione immediata.

Una scelta che nel corso del Consiglio dei ministri avrebbe giustificato così: «Questo decreto è per continuare ad aprire», a conferma che l’obbligo del green pass non è una limitazione della libertà quanto piuttosto un aumento di queste. Punti di vista come vedremo dato che, soprattutto all’opposizione la vedono diversamente.

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E nel corso della conferenza stampa il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha precisato: «L’utilizzo più estensivo del green pass ci aiuterà a spingere la campagna di vaccinazione». Parole che rafforzano la convinzione che più che la libertà l’intento di estendere il green pass sia stato quello di dare un colpo decisivo alla campagna vaccinale. Come, peraltro, ha confermato pure Renato Brunetta sempre nel corso della conferenza stampa seguita al varo del decreto: «Molto probabilmente vista la nuova regolazione potremmo avere forse una accelerazione nelle prossime 4 settimane».

Per Fratelli d’Italia è un obbligo vaccinale mascherato

Parole che senza dubbio non saranno piaciute all’opposizione di Fratelli d’Italia che punta il dito contro l’estensione del green pass, vista come un obbligo vaccinale mascherato. E infatti Giorgia Meloni tuona chiarendo che il governo «di fatto introduce l’obbligo vaccinale senza avere il coraggio di metterci la faccia», per poi precisare: «Il governo italiano si assume la responsabilità di essere l’unico governo europeo a introdurre l’obbligo di green pass per lavorare, anche in contrasto con quanto stabilito nella versione europea del green pass che vieta espressamente qualsiasi forma di discriminazione tra cittadini
vaccinati e non».

Comunque sia la maggioranza non ha mostrato crepe e tentennamenti. Nemmeno la Lega che pure sul certificato verde digitale fino a pochi giorni fa proprio con il suo leader, Matteo Salvini, aveva sollevato dubbi e perplessità. Invece, nel corso della riunione del Consiglio dei ministri nessun distinguo, nessuna presa di distanza o critica a conferma che alla fine nel Carroccio ha prevalso la linea del pragmatismo, cioè quella di Giorgetti e dei governatori da sempre convinti della necessità di estendere il green pass. E questo proprio per evitare nuove chiusure o, come ha detto lo stesso Draghi, per continuare ad aprire.

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Green pass, i nove articoli per renderlo obbligatorio a tutti

Nel dettaglio il provvedimento composto in tutti da nove articoli introduce l’obbligo della certificazione elettronica a tutti i lavoratori impiegati nel settore pubblico e nelle aziende private. Fuori dall’obbligo di green pass tutti coloro che sono esentati dalla campagna vaccinale. Chi potrà ottenere il green pass? Chiaramente i vaccinati, anche con prima dose, e chi si sarà sottoposto ad un tampone. Qui non sono state accolte le richieste di FdI, della Lega e dei sindacati che chiedevano di non scaricare i costi sui lavoratori e quindi di renderli gratuiti. Invece, saranno a pagamento: 8 euro per i minori, 15 per gli adulti. Una volta effettuato un tampone questo avrà validità di 72 ore.

Riguardo le sanzioni per coloro sprovvisti di pass sono previste una serie di sanzioni: nel pubblico, dopo 5 giorni di assenza ingiustificata, scatterà la sospensione del rapporto di lavoro e dunque dello stipendio mentre nel privato la sospensione sarà immediata. Per i datori di lavoro che non effettueranno i controlli sono previste inoltre sanzioni da 400 a mille euro, mentre dipendenti pubblici, privati e autonomi che verranno sorpresi in un luogo di lavoro senza il Pass rischiano una sanzione da 600 a 1.500 euro.

Matteo Salvini il grande sconfitto

Da qui, quindi, scatta il conto alla rovescia fino al 15 ottobre quando le nuove norme entreranno in vigore. Ma sarà anche un tempo per capire i risvolti politici. C’è poco da dire, Salvini è il grande sconfitto della giornata di ieri. Lui che si era opposto con pervicacia al green pass prima per le scuole e poi per i lavoratori, adesso se lo ritrova dovunque. Questo tempo servirà a lui, ma anche alla Lega, per capire come andare avanti in questo governo; perché è chiaro che queste continue smentite rischiano di indebolirlo ed a sua volta di rilasciare l’immagine di una Lega sempre più allo sbando e inaffidabile.

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