Nessuno l’avrebbe voluto ricandidato perché ritenuto causa del degrado politico amministrativo della città
Scriviamo di Carlo Marino sindaco uscente, ripropostosi alla guida di Caserta non contento d’averla relegata al 93° posto su 107 in graduatoria dei capoluoghi di provincia 2020 (Qualità della vita città italiane -stilata da Italia Oggi e Università La Sapienza di Roma).
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A questo triste primato va aggiunta la sfiducia, presentata da 43 iscritti al PD, all’allora segretario nazionale Nicola Zingaretti. Marino, comunque, tenta di rimanere al suo posto presentandosi sostenuto da ben 7 liste. Della partita fanno parte il più disparato potere regionale e nazionale, oltre a ravveduti non più sfiduciati. Ad elencare i fallimenti dell’amministrazione targata PD sono gli sfiduciati della sua parte politica.
Questi alcuni punti non risolti ed ancora pendenti: Piano Urbano Comunale sequestrato dal marzo 2018, sottratto alla città e all’approvazione del Consiglio Comunale, eccessivo consumo di suolo in favore dell’edilizia residenziale privata ed a discapito della sociale-popolare; destini incerti del Macrico; rottura di rapporti con l’associazionismo ambientale; verde pubblico abbandonato; sicurezza pubblica azzerata – strade, sanità, movida selvaggia-; tpl inefficiente; asili nido e scuola bus inesistenti; biodigestore di organico da monnezza malvagiamente ubicato a 500 mt dalla Reggia.
L’insistenza delle liste civiche indipendenti, socialiste, cristiano sociali e ambientaliste, sono la dimostrazione dell’opposizione progressista alla ricandidatura di Carlo Marino.
I casertani non possono dimenticare i diritti negati
I consiglieri e gli assessori della giunta Marino non possono pensare d’eludere le proprie responsabilità cambiandosi d’abito o rifacendosi il trucco. Marino ha fatto ricorso ai poteri forti dimostrando di nutrire cura del suo futuro elettorale e non della città.
Le 7 liste a sostegno di Carlo Marino contengono tanti volti e storie di brave persone, purtroppo paravento per i cavalli di Troia presentati alle porte di Caserta per espugnarla. Cavalli di Troia pieni d’armigeri chiamati alla pugna per i loro signori. Scontro tra poteri regionali e nazionali che nulla hanno da spartire con la Rinascita di Caserta. Liste in cui figurano personaggi lontani dagli interessi della città, prestanome al servizio di potentati che sulla città si scontrano per affermare e mantenere pezzi del loro potere. “Bella gente” che in Marino trova l’utile, da sostenere, per appagare i propri interessi.
Nelle liste, ben camuffati e spalmati, figurano i raschiatori di barili, identitari fascistelli con origini incerte e profonde radici, falliti nella vita che nella politica hanno trovato fortuna, medici desiderosi di fare carriera e debitori per carriere fatte (a discapito della sanità pubblica). Ci sono candidati sofferenti della sindrome di Stoccolma, distruttori del Consiglio comunale e padri che lasciano la seggiola in eredità ai figli. Non manca nessuna forma di fenomeni da corte dei miracoli, il Partito Democratico, almeno in quest’aspetto s’è dimostrato interclassista.