La Lega vota no al green pass e spacca la maggioranza. Ma nelle piazze la protesta è un flop

Nel giorno delle manifestazioni contro il green pass, la Lega vota insieme a FdI contro l’obbligo del certificato verde. Nuove polemiche

Avrebbe dovuto dividere la piazza, invece il green pass ieri alla fine ha soltanto spaccato la maggioranza innescando l’ennesima polemica tra la Lega e i suoi alleati di governo. Infatti, il bollettino del giorno dopo segna il fallimento su tutta la linea della protesta di piazza contro il green pass. E dire che il Viminale, e gli stessi servizi, avevano innalzato notevolmente la soglia di allarme e di attenzione anche alla luce delle parole grosse che erano volate sulle chat di Telegram.

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Proprio il social network era stato utilizzato dagli organizzatori per orchestrare in tutta Italia manifestazioni proteste, e coordinare le necessarie iniziative. Si era parlato, addirittura, di bloccare la circolazione dei treni. Alla fine però il bilancio è negativo. Un flop su tutta la linea, con piazze deserte o occupate da poche decine di manifestanti. Milano, Torino, Roma e Napoli, le principali città dove si era concentrata l’attenzione e la preoccupazione delle Forze dell’Ordine non registrano nulla di significativo.

Insomma, un vero e proprio fallimento sulle cui cause sarà poi interessante interrogarsi. Capire come sia stato possibile un simile flop, e questo alla luce delle parole e degli annunci fatti circolare in rete dagli stessi organizzatori. I solito ‘leoni da tastiera’? Possibile. Resta però il fatto che alla prova regina, e cioè quella della piazza, il popolo del no green pass ha fallito miseramente.

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Lamorgese ringrazia gli uomini e le donne delle forze di polizia

Senza dubbio ha tirato un sospiro di sollievo il governo e lo stesso Viminale, che a sera ha diramato una nota nella quale ha voluto ringraziare «l’impegno e la professionalità di tutti gli uomini e le donne delle forze di polizia nell’attività di prevenzione e di controllo del territorio svolta anche in giornate particolarmente complesse, come quella odierna, in cui erano state annunciate in prossimità delle stazioni ferroviarie decine di manifestazioni di protesta e azioni illegali, con un invito a bloccare i convogli, contro l’introduzione dell’obbligo del Green Pass sui treni a lunga percorrenza».

Green pass, lo strappo della Lega e l’attacco di Letta

Come detto però se la piazza ha deluso non lo ha fatto la politica, in particolare la maggioranza, che proprio sul green pass si è divisa, facendo scintille. Protagonista la Lega che alla Camera nel corso della votazione degli emendamenti sul decreto legge di fine luglio, quello che appunto istituisce il green pass, ha votato in Commissione insieme a Fratelli d’Italia contro l’obbligo del certificato verde digitale. Voto che non ha mandato sotto la maggioranza ma che ha innescato l’ennesima durissima polemica.

Enrico Letta
Enrico Letta

A sparare a zero sulla Lega è stato subito il segretario del Pd, Enrico Letta, il quale ha stigmatizzato «la scelta della Lega che con i voti di oggi in Commissione alla Camera contro il Green Pass ha deciso, proprio nella giornata di oggi, di fare una scelta che la pone al di fuori della maggioranza». Da qui la richiesta di «un chiarimento politico» perché la Lega «oggi di fatto si mette contro e fuori dalla maggioranza».

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Altrettanto dura la replica della Lega per la quale «è Letta che vive fuori dal mondo! Chiedere tamponi salivari gratuiti per gli italiani è buon senso, perché dire di no? Chiedere garanzie per lavoratori e imprenditori, chiedere la scuola per tutti gli studenti, difendere lavoratrici e lavoratori, poliziotti e insegnanti, è buon senso. Su 900 emendamenti migliorativi presentati dalla Lega ne verranno accolti, forse, 2. PD e 5Stelle ragionano come se al governo ci fosse ancora Conte ma, per fortuna, adesso c’è Draghi».

Patuanelli e Speranza contro i leghisti

Ma anche dal M5S sono piovute critiche. Per il ministro Stefano Patuanelli non c’è «nessun problema sul Governo, ma un problema per la Lega, che di fatto si è scissa. Tutto il Governo e la stragrande maggioranza degli italiani sono a favore di Green Pass e vaccinazione». E pure il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha puntato il dito contro il partito di Salvini: «Quando dobbiamo assumere una decisione prevale l’interesse pubblico e non le dinamiche politiche. Non c’e’ spazio per giochini di natura politica».

Salvini: «Non tutti trovano 24.000 euro in contanti nella cuccia del cane…»

In serata, poi, è stato lo stesso Matteo Salvini ad intervenire per chiarire che «se lo Stato impone il green pass per lavorare, viaggiare, studiare, fare sport, volontariato e cultura, deve anche garantire tamponi, rapidi e gratuiti, per tutti. Sono certificati, funzionano, costano poco e possono essere usati da tutti, come in altri Paesi stranieri. Ci sono milioni di italiani che non possono spendere altre centinaia di euro ogni settimana, in un momento già economicamente difficile».

«Vediamo – afferma ancora – se PD e 5Stelle voteranno a favore di questa proposta della Lega in Commissione. Non si tratta di essere no vax o no green pass – ho sia l’uno che l’altro – si tratta di aiutare milioni di italiani in difficoltà. Non tutti trovano 24.000 euro in contanti nella cuccia del cane…».

La felicità di Giorgia Meloni e di FdI

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni

Sorride, e come darle torto, dall’opposizione Giorgia Meloni per la quale il green pass «così come voluto dal Governo Draghi è una misura economicida e che non serve a combattere il contagio. Fratelli d’Italia lo ha sostenuto fin dall’inizio e con coerenza abbiamo formalizzato questa posizione negli emendamenti all’ultimo dl Covid discussi oggi alla Camera. Il no del Pd e del M5s non stupisce ma siamo felici che nella maggioranza ci sia chi abbia condivido le proposte di FdI. Noi continueremo su questa strada e a batterci contro questa misura insensata».

Dichiarazioni e polemiche a parte gli sguardi ora sono tutti puntati ai prossimi giorni. Dal governo nessun passo indietro e la conferma di portare in Aula il provvedimento per il 6 settembre. Probabile, però, che alla luce delle fibrillazioni di queste ore si decida di mettere la fiducia, così da evitare voti in dissenso che potrebbero serbare brutti scherzi. Perché avrà pure ragione Patuanelli nel dire che non c’è alcun problema per il governo, ma meglio stare tranquilli e cautelarsi.

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