Dai candidati alla federazione, il centrodestra è un cantiere. E Tajani lancia il partito unico, ma FdI frena: «Fuga in avanti»

di Dario Caselli

Da Forza Italia arriva la proposta di un partito unico per le prossime politiche nel 2023, ma FdI non ci sta e si tiene stretta la ‘fiamma’

Chiudere la partita dei candidati per le prossime amministrative, a partire da Milano, e continuare a tessere il filo della federazione evitando, però, le fibrillazioni che negli ultimi giorni hanno frenato il progetto.

Ecco le principali coordinate che si è dato il centrodestra per cercare di mantenere la rotta ed evitare di andare alla deriva. Obiettivo non facile, sia il primo quanto il secondo anche se proprio la federazione sembra la rotta più difficile da tenere anche se all’inizio non sembrava così. Anzi gli entusiasmi iniziali e le posizioni dei due leader, Salvini e Berlusconi, avevano fatto credere che l’obiettivo fosse a portata di mano. Poi la brusca frenata quasi al punto della rottura definitiva. In realtà gli sherpa dell’una e dell’altra parte continuano a parlare e soprattutto a confidare che con il tempo si possa arrivare all’obiettivo.

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Intanto, ieri Antonio Tajani ha parlato di partito unico perché il «sogno è di avere entro le elezioni del 2023 un’unica grande forza del centro-destra, un grande partito conservatore liberale riformista e garantista allargato a tutti gli uomini e le donne di buona volontà che vogliano creare un’alternativa in questo paese. Noi vogliamo quasi andare oltre la federazione pensando a un partito unico. Ne discuteremo».

Partito unico i cui confini per Tajani sono ben chiari: «Da Fratelli d’Italia fino a chi nell’aria riformista non vuole essere sottomesso alla politica della sinistra. L’appello è ad allargare i nostri confini».

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La Russa, la vede così: «Mai dire ‘Mai’. Ma siamo vaccinati sul partito unico»

Ipotesi che però dalle parti di Fratelli d’Italia smentiscono seccamente: «Tutte le idee hanno il nostro grande rispetto e si può discutere di tutto, ma le esperienze del passato non sono state particolarmente positive, tanto che lasciammo il Popolo delle Libertà per formare FdI e lo stesso Tajani contribuì a far rinascere FI» spiega il capogruppo di FdI alla Camera, Francesco Lollobrigida.

Ed a sua volta il vicepresidente del Senato, Ignazio La Russa, la vede così: «Il partito unico mi sembra una inutile fuga in avanti. Mai dire ‘Mai’. Ma siamo vaccinati sul partito unico. L’esperienza del Pdl pesa molto. Il modo con cui finì, non solo per la destra, ma anche per lo stesso Berlusconi, che fu costretto a ripiegare sul vecchio nome di Forza Italia».

Insomma, almeno per il momento non se ne parla. E in effetti guardando i numeri dei sondaggi, questi danno ragione a Fratelli d’Italia che secondo Ipsos avrebbe scavalcato la Lega, relegata al terzo posto, piazzando per un soffido alle spalle del Pd (20,8 per cento il Pd e 20,05 per cento FdI). Ma il sondaggio che ha fatto riflettere è stato quello commissionato da Adnkronos di EMG dove si evidenziava che insieme Lega e Forza Italia avrebbero lasciato per strada quasi il 5 per cento, favorendo proprio il partito della Meloni che a sua volta avrebbe guadagnato il 2 per cento. Numeri che quindi invitano alla cautela.

Candidature, il centrodestra deve trovare ancora la quadra su tre città importanti

Cautela e temporeggiamenti che invece non sono più possibili sul dossier candidature. Dopo aver chiuso Roma, il centrodestra deve trovare ancora la quadra su tre città importanti come Napoli, Milano e Bologna. Tra le tre quella che pone meno problemi è proprio la prima. Da tempo è in campo Catello Maresca, candidatura che lo stesso ex pm in maniera orgogliosa difende come civica e alla quale il centrodestra guarda con attenzione e simpatia. Il matrimonio è possibile, forse l’ufficializzazione è a ore ma resta un problema, e non da poco, e cioè la questione dei simboli.

Maresca nel difendere il profilo civico della sua candidatura pretenderebbe che i partiti si presentino senza simboli, e quindi attraverso liste civiche. Se da un lato Forza Italia e Lega sembrano disponibili è da Fratelli d’Italia che si registra freddezza, non convinta di presentarsi senza la storica fiamma. Comunque una decisione va presa in breve tempo e sarà probabilmente il vertice dei leader di centrodestra, che potrebbe tenersi già oggi, a risolvere il problema.

Al tavolo bisognerà sciogliere anche il nodo di Milano e Bologna. Sotto la ‘Madunnina’ si attende la decisione di Matteo Salvini che si era impegnato nel week end a risolvere il rebus. In pista sempre manager e prof, come Oscar di Montigny, Maurizio Dallocchio e Fabio Minoli. Ma starebbe avanzando anche l’ipotesi di un ticket sul modello romano, magari con Gabriele Albertini.

Stand by anche Bologna, dove la scelta del candidato sarebbe tra Andrea Cangini e Roberto Mugavero e Fabio Battistini. Quasi una formalità, infine, per la Calabria, dove sabato è stata annunciata la corsa dell’azzurro Roberto Occhiuto. Ora si attende l’ufficializzazione da parte dei tre leader che, come detto, potrebbe esserci già oggi. Comunque sia il tempo sta scadendo ed entro questa settimana vanno prese le decisioni sui candidati sindaci.

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