Istat, PIL in rialzo ma -800 mila lavoratori rispetto a pre-Covid

di Gianluigi Di Ronza

In sensibile affanno le famiglie la cui spesa ha registrato una diminuzione complessiva dello 1,8%

L’Istituto di statistica nazionale ribalta le stime del primo trimestre del 2021 presentate il 30 aprile scorso che indicavano un calo congiunturale dello 0,4%, registrando una crescita del Prodotto Interno Lordo dello +0,1%. Un dato indicativo di un trend che consente alle statistiche di stimare per l’intero anno un +2,6% di crescita acquisita, ossia quella che si otterrebbe se nei trimestri successivi al primo si registrasse una crescita nulla.

Prosegue sul fronte dell’occupazione una lieve crescita nel mese di aprile, in linea con quanto già registrato nei due mesi precedenti, segnando un incremento di oltre 20 mila unità. L’aumento, segnala la nota Istat, coinvolge entrambe le componenti di genere e si concentra tra i dipendenti a termine. Ciononostante, rispetto a febbraio 2020, mese precedente a quello di inizio della pandemia, gli occupati sono oltre 800 mila in meno e il tasso di occupazione è più basso di quasi 2 punti percentuali.

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Dato negativo sul fronte dei consumi, rispetto al trimestre precedente, i consumi finali nazionali hanno registrato una diminuzione dell’1% mentre le esportazioni di beni e servizi sono diminuite in termini congiunturali dello 0,1%. In sensibile affanno le famiglie la cui spesa ha registrato una diminuzione complessiva dello 1,8% segno che la crisi economica conseguente alla pandemia è ancora fortemente avvertita. Le famiglie italiane hanno così rinunciato alle spese per servizi, contratte dello 4,2%, e a quella in beni durevoli diminuita dello 0,9.

Su questi dati esprime forte preoccupazione il Presidente del Codacons Carlo Rienzi per il quale «la mancata ripresa dei consumi nel 2021 è un dato preoccupante, con la spesa che risulta ben al di sotto delle attese. Numeri sconfortanti determinati non solo dalle misure restrittive legate al Covid, ma anche dal generale impoverimento delle famiglie causato dalla crisi sanitaria che continua ancora oggi ad avere effetti negativi sui consumi degli italiani».

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Più ottimista si mostra il Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona secondo il quale «bene che ci sia una revisione al rialzo rispetto alle precedenti stime e che si passi, seppur in modo impercettibile, in territorio positivo. Nel primo trimestre l’Italia era ancora in lockdown, dunque scontato che il terziario trascini in basso il Pil. La scommessa è il rimbalzo che riusciremo ad avere ora, in questi settori, con le riaperture».

Ottimo segnale giunge invece da Coldiretti, infatti a far segnare la maggiore crescita del Pil è l’agricoltura con un balzo del 3,9% del valore aggiunto in termini congiunturali ma ad aumentare è anche l’occupazione nei campi. «Si tratta – sottolinea la Coldiretti – della migliore performance tra tutti i settori produttivi con l’agricoltura che cresce dell’1,3% anche rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente».

Confcommercio vede, invece, qualche luce sulla ripresa ma ancora molte ombre sul lavoro. «L’importante e inattesa revisione effettuata dall’Istat sull’andamento del Pil nel primo trimestre è un dato che consolida le aspettative di una ripresa che potrebbe superare, nel 2021, il 4,5%». Mentre i dati sull’occupazione e la disoccupazione nel mese di aprile, secondo l’Ufficio studi di Confcommercio, «forniscono un quadro di poche luci e molte ombre sulla situazione del mercato del lavoro e sulle prospettive a breve termine».

Entusiasta il commento del Presidente di Confidustria, Carlo Bonomi, alla lettura dei dati Istat sull’andamento dell’economia e del mercato del lavoro. «Abbiamo iniziato la strada della ripresa. Sono molto contento dei dati del lavoro nel primo trimestre, 130mila occupati in più, segno che la ripresa sta generando occupazione».

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