L’Italia si colora di rosso. L’epidemia avanza minacciosa ma il piano vaccini stenta a decollare

di Dario Caselli

Campania in zona rossa, Friuli Venezia Giulia e Veneto in arancione, decine di province e città con restrizioni molto simili al lockdown del marzo scorso. Ecco il punto è proprio questo, dopo quasi un anno il Covid-19 bussa di nuovo con violenza alle porte degli italiani e l’Italia sembra essere impreparata come allora.

Soltanto che un anno fa era giusto parlare di emergenza, adesso suona come una tremenda beffa e soprattutto come una sentenza di condanna per chi finora ha governato e che, evidentemente, non è stato capace di approntare le necessarie misure per fronteggiare la pandemia. Ad iniziare, certamente, dai vaccini su cui l’Italia naviga a vista non sapendo quanti ce ne siano, come saranno somministrati e quando.

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Intanto l’epidemia si fa sempre più violenta. Lo confermano i numeri che dicono che sono oltre 3 milioni i contagiati dall’inizio della pandemia con la soglia simbolica dei 100mila morti che si avvicina inesorabilmente. Senza contare che ormai l’Rt è tornato sopra l’1 dopo sette settimane ed è in peggioramento per la quinta settimana consecutiva.

Mentre le terapie intensive sono sotto stress e aumentano i ricoveri in 9 regioni, con l’incidenza che ormai lambisce la fatidica soglia stimata dal governo a 250 casi a settimana per 100mila abitanti, con cinque regioni e province autonome dove è già stata superata: Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Bolzano e Trento.

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Insomma, un bollettino di guerra che fa presagire un nuovo intervento del governo per inasprire le misure ed evitare il diffondersi in maniera ancora più incontrollata del virus. Per ora c’è di certo che le elezioni amministrative, che si sarebbero dovute tenere tra aprile e giugno, sono state spostate all’autunno (tra il 15 settembre e il 15 ottobre). Il governo ieri, infatti, ha varato il decreto legge che è stato anche firmato dal presidente della Repubblica. Una prima misura a conferma della situazione drammatica.

Il Consiglio dei Ministri
Il Consiglio dei Ministri (foto Governo.it)

Ma è sul piano regionale che le misure avanzano celermente, con il cambio di colore della Campania – che si aggiunge a Molise e Basilicata in rosso – e con Friuli e Veneto in arancione. In tutto sono 11 tra regioni e province autonome. In giallo restano soltanto Calabria, Lazio, Liguria, Puglia, Sicilia e Valle d’Aosta, ma la sensazione è che con questo andamento della curva epidemica il prossimo lunedì, cioè il 15 marzo, anche Calabria, Lazio e Puglia possano andare verso l’arancione.

Uno scenario davvero pesante tanto che non si esclude che il governo alla fine sarà costretto a intervenire nuovamente con un altro decreto legge, non più un Dpcm, sia per prorogare a dopo Pasqua il blocco degli spostamenti tra Regioni, ma anche per varare misure più drastiche per i week end sul modello del Natale scorso. Unica alternativa sono i vaccini, su cui il governo sta cercando di accelerare dopo l’evidente fallimento del governo Conte bis.

Ieri c’è stata la prima riunione tra i nuovi vertici della struttura dell’emergenza scelti da Mario Draghi: il commissario Francesco Figliuolo e il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, i ministri Maria Stella Gelmini e Roberto Speranza e le Regioni. Tutti convinti che bisogna accelerare sulla campagna vaccinale ma anche sull’acquisto stesso dei vaccini.

Proprio dai governatori è giunta la richiesta di autorizzare anche altri antidoti proprio per aumentare l’offerta nel nostro Paese. Infatti, soltanto avendo più scorte ed incrementando il numero degli italiani vaccinati sarà possibile contrastare la diffusione del virus ed evitare nuove misure draconiane di divieti e chiusure.

Conferenza stampa di FdI per la presentazione del piano vaccinale

In questo senso ieri Giorgia Meloni ha presentato il piano vaccinale di Fratelli d’Italia che sarà consegnato al ministro Speranza. Per FdI primo passo è quello di «mettere in commercio vaccini già validati dalla Comunità scientifica internazionale (vedi Sputnik russo) che sarebbero disponibile nell’immediatezza, in milioni di dosi da somministrare ai cittadini italiani»; poi «una volta acquisiti i vaccini, si dovrà fare in modo di raggiungere nel più breve tempo possibile il maggior numero di italiani per arrivare al valore soglia del 70 per cento per validare la cosiddetta immunità di gregge»; e per fare questo «dovremmo allargare la platea dei soggetti vaccinatori aprendo alla possibilità di vaccinare tutti gli operatori sanitari, farmacisti infermieri ecc. sfruttando anche la rete della sanità militare e dei volontari sanitari della Croce Rossa». L’obiettivo «è quello di raggiungere il 60 per cento della popolazione vaccinata prima dell’estate».

Intanto, la Regione Marche, guidata appunto da un esponente di FdI Francesco Acquaroli, ha annunciato un importante accordo con i medici di medicina generale per effettuare le vaccinazioni a domicilio e negli studi medici sul territorio. «Un modello» come ha spiegato la leader di FdI, Giorgia Meloni, che potrebbe «diventare un esempio da seguire a livello nazionale».

Si vedrà. Intanto quello che è certo è che da lunedì la Campania e la Romagna saranno in zona rossa ed altre due regioni in arancione. E tutto questo proprio nella settimana in cui cadrà il triste anniversario del lockdown. Una data che tutti speravano di commemorarla come un brutto ricordo e che invece rischia di essere un precedente quanto mai vicino e ripetibile.

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