Il governo Conte-Draghi. Ancora linea dura ma la Lega chiede di riaprire la sera i ristoranti, e FdI presenta l’emendamento. Salvini che farà?

di Dario Caselli

Più Conte ter che Draghi 1. Il primo Consiglio dei ministri sulle misure per contrastare la pandemia dopo il voto di fiducia rilascia l’immagine di un Esecutivo che preferisce continuare lungo il solco tracciato dal precedente governo, piuttosto che provare a diversificare l’approccio. Insomma, nessuna discontinuità ma avanti secondo la filosofia che aveva ispirato Giuseppe Conte.

Una sorta di rivincita, si potrebbe dire, per il professore pugliese ed anche un atto di giustizia rispetto alle tantissime critiche che in questi mesi avevano seguito e colpito Conte, molto spesso non tutte provenienti dall’opposizione. Ad onor del vero però era difficile immaginare che l’ex presidente della Bce appena arrivato a Palazzo Chigi decidesse di muoversi in controtendenza rispetto al suo predecessore. Era evidente che nell’immediato non avrebbe potuto stravolgere l’impianto e che se cambiamenti ci saranno verranno fatti in una logica di piccoli passi e di lungo periodo.

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Peraltro, il fatto di aver confermato il ministro della Salute già era indicativo di come si sarebbe mosso il premier Draghi. E così ecco arrivare le chiusure alla mobilità regionale fino al prossimo mese, con la promessa (?) che chiudiamo ora per riaprire a Pasqua.

Impegno o buoni propositi che ormai gli italiani sentono ripetere da un anno a questa parte ogni qual volta si approssima all’orizzonte un periodo di festività. Accadde con il primo lockdown con la promessa appunto di una Pasqua serena, che poi non fu così. E’ stato in autunno in previsione del Natale, e nemmeno allora fu così. E adesso la storia sembra ripetersi.

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C’è, infatti, da ritenere che le chiusure degli spostamenti regionali fino al 25 marzo andranno anche oltre, abbracciando Pasqua che quest’anno non a caso sarà proprio agli inizi di Aprile, e per la precisione il 4. Insomma, Draghi ha iniziato dove Conte aveva finito. E così è rimasto in piedi il sistema dei colori per le varie regioni, insieme a tutti i divieti che esso prevede. Guardia alta quella dell’ex governatore di Bankitalia che però qualche mugugno all’interno del CdM lo ha provocato.

Roberto Speranza

Per carità, tutto contenuto in una civile discussione, ma è evidente che su questo tema le posizioni tra i partiti della composita maggioranza divergono. L’ala della vecchia maggioranza, cioè Pd e Leu, continuano a mantenere la barra dritta sul rigore.

Sia Speranza e sia Orlando hanno ribadito nella riunione a Palazzo Chigi di voler continuare a mantenere criteri molto restrittivi e di evitare cedimenti. Più a favore di un approccio diverso Forza Italia che con il ministro Gelmini si è fatta portavoce delle richieste delle Regioni, sintetizzate in un documento che la stessa esponente azzurra ha portato all’attenzione del governo. Una richiesta su tutto, la revisione dei criteri per stabilire l’Rt dando un maggiore peso all’ospedalizzazione, e questo perché con l’arrivo delle vaccinazioni i 21 parametri sono diventati troppo obsoleti.

Matteo Salvini

Per un nuovo approccio, più morbido, anche la Lega sensibile alle richieste di aperture che giungono dai vari settori produttivi, a cominciare da quello della ristorazione.

E infatti ieri Matteo Salvini incontrando i rappresentanti del settore ha detto: «Il governo Draghi, dal mio punto di vista, deve essere il governo del cambio di passo dell’efficienza e della trasparenza, anche da questo punto di vista: quindi nessuna sottovalutazione del virus ma buonsenso». E nello specifico sui ristoranti: «Sono d’accordo con i sindaci e con l’Anci: dove la situazione sanitaria è sotto controllo e rispettando i protocolli di sicurezza, i ristoranti devono poter lavorare anche la sera. Se la legge permette di pranzare in tranquillità e sicurezza alle 13, deve permetterlo anche alle 20».

Luca Ciriani
Luca Ciriani

Parole colte al volo da Fratelli d’Italia, che con il capogruppo al Senato Luca Ciriani punta a mettere il dito sulle contraddizioni: «Fratelli d’Italia ha annunciato che la sua sarà un’opposizione patriottica nell’interesse dell’Italia e degli italiani, e il primo banco di prova può essere quello della riapertura serale dei ristoranti nel pieno rispetto e applicazione delle misure di sicurezza sanitaria. Infatti, in queste ore registriamo che all’interno della maggioranza ci sarebbe la disponibilità per un ritorno alle riaperture serali dei ristoranti. Bene, non possiamo che essere d’accordo e anzi chiediamo che si passi subito dalle parole ai fatti: basta votare il nostro emendamento a firma di Ignazio La Russa e Achille Totaro al dl Covid in discussione domani in Commissione Affari costituzionali in Senato».

E infatti per oggi è previsto l’esame a Palazzo Madama dell’ultimo decreto Covid varato da Giuseppe Conte, con il voto sugli emendamenti. Di certo l’occasione per Salvini di mettere in pratica quanto annunciato davanti a Montecitorio, anche se è probabile che prevalga per il momento l’istinto di sopravvivenza della maggioranza.

Maggioranza che però al momento è alle prese non solo con la gestione della pandemia ma anche con il delicato rebus dei sottosegretari. L’ipotesi che si potesse chiudere tutto oggi con un altro CdM sembra quasi tramontata del tutto. Ancora troppi nodi politici da sciogliere per giungere alla definizione in un paio di ore. Ci vorrà probabilmente ancora qualche giorno, forse domani o giovedì, per chiudere questa delicata partita.

Sui numeri, anche se continua ad esserci incertezza a causa delle espulsioni nel M5S, la ripartizione dovrebbe essere grossomodo questa: al Movimento Cinque stelle 11 o 12 posti. Alla Lega 9, il Pd tra 7 e 6. A Forza Italia dovrebbero spettarne 7. Due a Iv e uno a Leu.

In tutto, una quarantina di posti di cui il 60 per cento ad appannaggio delle donne. Uscita di scena, almeno da quello che filtra, l’ipotesi di sottosegretari tecnici in quota Draghi. Si tratterà, perciò, di nomine tutte politiche proprio per sfamare gli appetiti dei vari partiti e per chiudere alcune questioni rimaste aperte dopo la definizione della compagine dei ministri.

Infine, sempre in tema di contrasto alla pandemia primo appuntamento ufficiale in Ue per Draghi il prossimo 25 e 26 febbraio per una riunione informale dell’Eurogruppo. Sarà quella certamente l’occasione per chiedere un cambio di passo soprattutto sul fronte delle vaccinazioni, che specie da noi stanno rallentando in modo pauroso. La richiesta quindi di aumentare la dotazioni per Paese delle dosi di vaccini, anche se in Italia non è soltanto la scarsità di dosi la ragione del rallentamento, quella che porterà Draghi in Ue con l’invito ad aprire anche ad altre aziende tra cui in particola Astrazeneca per aumentare l’approvvigionamento.

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