Giuseppe Conte, da avvocato del popolo italiano a ‘vuò cumprà?’

No, proprio non ipotizzava una soluzione che lo vedesse fuori dai giochi. Il percorso lo aveva bene in mente. Lui, “l’avvocato del popolo”, già si vedeva al Quirinale non come ospite, per confrontarsi con l’inquilino in carica, ma come locatario. Il percorso per lui era scontato: presidente del Consiglio in attesa che Mattarella sloggiasse dal Colle, eppoi il salto da palazzo Chigi al luogo più prestigioso del “bel Paese”. I tempi dello sgombero non erano lunghissimi. Anzi, tutto sommato, tenendo conto del momento critico attraversato dal Paese, erano ragionevolmente brevi.

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No, non aveva preoccupazioni – una volta assiso al Palazzo del Governo – che qualche nome di prestigio potesse ostacolarlo nella corsa a presidente della Repubblica. Romano Prodi non impensieriva minimamente l’avvocato 5Stelle Giuseppe Conte. ‘Mortadella’ aveva fatto il suo tempo, si capiva bene dai sondaggi a cui “l’avvocato” è attentissimo. Ogni sua mossa è misurata, prima e dopo, dai consensi che gli italiani – e non solo – gli avrebbero potuto tributare. A 56anni, a suo avviso, era giunto il momento di sedersi sullo scranno più alto d’Italia.

Basta mandare alla presidenza della Repubblica vecchi già un po’ – per non dire totalmente – rincoglioniti. Era il tempo di voltare pagina. Lui, don Giuseppe Conte, al Quirinale avrebbe dato alla presidenza della Repubblica un ruolo di primissimo piano che avrebbe oscurato totalmente il protagonismo dell’ex inquilino Giorgio Napolitano. Sarebbe stato lui a pilotare le scelte dei presidenti del Consiglio. Insomma, bisognava voltare pagina. Dare al presidente della Repubblica un ruolo attivo, di primissimo piano.

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No, non era assolutamente preoccupato che Mattarella potesse dare l’incarico di presidente del Consiglio ad altri che non a lui. Le analisi, a suo avviso, fatte dal presidente della Camera Fico erano chiare: Conte, fortissimamente Conte a capo del Governo.

In una delle tasche degli impeccabili vestiti che indossava già aveva la lista dei ministri. Certo, non poteva fare tutto di testa sua. Per le nomine dei membri del Governo doveva anche tener conto della voce dei partiti che gli avevano dato il consenso ma… fino ad un certo punto. Lui era «l’avvocato degli italiani» e, quindi, non poteva permettersi di non difenderli dando incarichi a nomi chiacchierati. Avrebbe fatto di tutto per mettere ai ministeri chiave suoi uomini di fiducia. Era o non era lui il capo?

Per farla breve Giuseppe Conte aveva previsto tutto il percorso che lo avrebbe portato a sostituire Sergio Mattarella. Ed era anche certo che il presidente in carica sarebbe stato orgoglioso di essere avvicendato da lui.

Non c’è bisogno di descrivere i suoi stati d’animo quando venne a conoscenza di essere stato scartato, sostituito da Mario Draghi. Perché gli avevano fatto un così brutto scherzo? Che c’era sotto la nomina del “banchiere più banchiere del mondo”? Interrogativi che lo spinsero subito ad ipotizzare una strategia per vendicarsi del torto subito.

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Capintesta dei Cinque Stelle era la risposta all’affronto subito. E chi meglio di lui poteva mettere pace e rilanciare il MoVimento e vendicarsi facendo le pulci, per non dire altro, all’usurpatore Mario Draghi? No, finché lui sarebbe stato il capo dei Pentastellati, Grillo o non Grillo permettendo, il “banchiere” non avrebbe mai messo piede da inquilino al “Colle” più importante del Paese.

Certo Mario Draghi, che non è uno sprovveduto e sa ben muoversi in situazioni complesse, è in prospettiva il candidato più quotato per la presidenza della Repubblica. Ma per don Giuseppe non si sa mai quello che può accadere. Ed è certo che il “suo” MoVimento farà di tutto per bloccare la strada a “SuperMario”.

Chi riteneva Mattarella un «moderato oltre misura» si dovrà ricredere. È sicuro che il presidente della Repubblica, prima di fare il grande passo, ci avrà pensato su tantissime volte. Ma difronte alla pandemia, con tutto quello che si è portato dietro, come lui stesso ha specificato, scegliere di andare alle urne come Salvini e company vogliono, è da irresponsabili. Prima di tutto il bene degli italiani!

Conoscendo i trascorsi di Draghi si può essere certi che il suo unico obiettivo sarà quello di gestire uno dei momenti più difficili che la nostra Italia sta vivendo sia sul piano sanitario, che economico, che politico. È sicuro che l’ex presidente della BCE non si fermerà difronte ai tanti ostacoli che gli cadranno letteralmente addosso.

Setaro

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