Ha dilapidato, fin’adesso, 160 miliardi di euro utilizzati con l’approvazione di scostamenti di bilancio ottenuti con il consenso di tutte le rappresentanze parlamentari, senza riuscire a pianificare investimenti. Ha di fatto bloccato l’economia con l’ostacolare la realtà delle produzioni e dei servizi e con il costante prelievo forzoso di un sistema fiscale sanguisuga.
Così una guida politica, più occasionale e situazionista che convinta, creando le condizioni di un fallimento complessivo, si è limitata, in buona sostanza, a distribuire denaro pubblico facendo debiti, che tutti noi dovremo pagare nel prossimo avvenire.
Le nuove generazioni sopravviveranno in questa maniera con le cattive abitudini, senza riuscire a lavorare e senza riuscire ad assimilare insegnamenti su come investire sui propri talenti, su come costruire mai autonomia, ma rimanendo dipendenti dall’assistenzialismo malato.
Insomma i giovani di oggi saranno e rimarranno sommersi dai debiti, inerpicandosi in un cammino su una strada in salita senza vie d’uscita: mazziati e costretti sotto il giogo di un potere fatuo a parlare la neolingua del servilismo e dell’omologazione.
Con Sciascia e Pasolini avremmo capito di più del Conte fatuo, perché ci avrebbero indotti a ragionare intorno al concetto della stanchezza dell’essere assuefatti per renderci consapevoli delle ragioni di una doverosa_ribellione, sì da reagire ai quaqquaraquà in maniera corsara.