Il governo anticipa i botti di Capodanno: fiducia sulla manovra, conferenza stampa di fine anno e incontro con i renziani sul Recovery Plan

Alle 11 conferenza stampa di fine anno del presidente Conte

I botti di Capodanno in anticipo. Non il 31 bensì il 30 dicembre. Il governo probabilmente proprio oggi chiuderà con il botto un anno vissuto pericolosamente tra pandemia, crisi e litigi. Si inizierà alle 11 con la consueta conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio a villa Madama; per poi passare al Senato verso le 12 con l’inizio della chiama per il voto sulla fiducia alla manovra di bilancio; e infine alle 14 l’incontro tra la delegazione di Italia Viva e il ministro Gualtieri sul Recovery Plan.

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Un bel finale di anno dove senza dubbio i botti sono assicurati anche se in anticipo rispetto alla tradizione, che vede il 31 dicembre il giorno dedicato ai fuochi pirotecnici. Ma come detto in un anno strano come questo può accadere di anticipare di un giorno.

Senza dubbio l’attesa è tutta per l’incontro delle 14 che giunge in un contesto di grandissima tensione, dopo che Matteo Renzi nella conferenza stampa di lunedì scorso in Senato ha messo in mora Conte e tutto il governo.

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La presentazione del Recovery Plan targato Italia Viva con il nome, alquanto evocativo, di CIAO ha allungato ombre sul futuro del governo stesso. E ieri il ministro Teresa Bellanova ha continuato ad insinuare dubbi e perplessità sulla tenuta del governo: «Ciao diverrà addio se Conte va avanti con arroganza».

Giuseppe Conte

Insomma, la palla continua a ricadere nella metà campo del premier Conte, il quale però non deve soltanto guardarsi dai dubbi e le perplessità sul Recovery Plan avanzate da Renzi ma anche dal Pd e M5S, che ieri hanno incontrato il ministro Gualtieri. In particolare, il Pd nel documento di dieci pagine presentato critica l’impostazione data da Conte, «frammentaria e conservativa», rilanciando un «patto per la rinascita del Paese». Sotto accusa anche l’eccessivo ricorso a contributi, sgravi fiscali, incentivi, che per il Pd metterebbero a rischio le potenzialità di cambiamento del piano. Da qui la proposta dem di «rafforzare la componente degli investimenti».

Gentiloni: «Governo introduca procedure straordinarie per accelerare investimenti»

Se non una bocciatura una netta richiesta di rivedere il piano cambiando l’impostazione di fondo dalla parità di genere all’industria e dando più risorse a sanità e turismo. Impostazione che, peraltro, già in mattinata aveva anticipato in un’intervista a Repubblica il commissario Ue, Paolo Gentiloni, in cui metteva in guardia l’Italia nel non mancare un appuntamento storico e soprattutto invitando il governo ad «introdurre procedure straordinarie con leggi capaci di accelerare gli investimenti». In pratica quella richiesta di cambio di marcia e di avvio di una nuova fase che da tempo il segretario del Pd invoca.

Zingaretti: «No ad avventure confuse ma serve rilancio governo»

Nessuna rottura, quindi, ma piuttosto l’invito a Conte a tirarsi fuori dal difficile momento in cui adesso si trova il governo. E infatti Zingaretti ieri rompendo il silenzio ha avvisato tutti spiegando che «il Pd è fermamente contro atteggiamenti e azioni che rischiano di degenerare in avventure politiche confuse, e in percorsi senza prospettive. Non sarebbe giusto. Allo stesso tempo da settimane abbiamo chiesto con grande nettezza e chiediamo tanto più ora, un rilancio dell’azione di governo, del quale il progetto di Recovery fund è parte fondamentale ma non l’unico. E’ giunto il tempo di essere coerente».

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M5S: «Con Gualtieri incontro positivo e costruttivo»

Gualtieri e Conte
Gualtieri e Conte

Dal canto suo anche il M5S, ricevuto dopo il Pd, ha portato il suo contributo sul Recovery Plan. Dai Cinquestelle il commento è di un incontro «positivo e costruttivo che ha visto emergere diversi punti di accordo e durante il quale è stata espressa la volontà che l’impianto sul Next Generation Eu venga valorizzato attraverso la realizzazione di progetti e risorse condivise, una visione che sia interministeriale e una progettualità che guardi a interventi macro, anche dal punto di vista finanziario. Non solo la ripresa, ma il futuro stesso dell’Italia dipende da come sapremo utilizzare queste risorse».

Al di là del politichese anche il M5S preme il pedale sull’acceleratore e chiede maggiore concretezza e soprattutto un approccio che sia interministeriale. Insomma, niente governance fatta di manager e dirigenti esterni ma un maggior coinvolgimento dei ministri e quindi dei partiti stessi.

Chiaramente molto dipenderà dall’incontro di oggi alle 14 con i renziani ma sono in molti a ritenere che ormai la crisi nei fatti sia già avviata e che difficilmente, a meno di clamorosi ripensamenti, Renzi farà marcia indietro. Infatti, non a caso si stanno iniziando a valutare gli scenari alternativi che vanno da un possibile sostegno al governo da parte di una pattuglia di parlamentari ‘responsabili’ che sostituiscano i renziani in uscita, a un ampio rimpasto di governo con la nascita di un Conte Ter. Si tratta comunque di ipotesi tutte da verificare e comunque ai primi di gennaio.

Intanto sempre per oggi alle 16 è convocato il Consiglio dei ministri. In agenda ufficialmente non c’è nulla ma sono in molti a ritenere che potrebbe esserci il Recovery Plan se l’incontro con i renziani dovesse andare bene. Difficile, comunque, che già oggi possa essere approvato il piano.

Per quell’ora in Senato il governo dovrebbe aver portato a casa la legge di Bilancio, visto che alle 12 inizierà la chiama per il voto di fiducia. In questo caso non si prevedono grosse sorprese, non ci sono timori di defezioni all’interno della maggioranza. Poi per quanto riguarda i lavori di Aula se ne riparlerà il 12 gennaio, quando è stata riconvocata ma chissà se per allora la situazione del governo si sarà chiarita. E soprattutto in quale modo, attraverso un semplice maquillage dei ministeri o addirittura un nuovo governo?

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