Altri fondi potrebbero arrivare da un accordo con le assicurazioni
Il governo e le banche sono vicini a trovare un’intesa da cui ricavare parte delle risorse da destinare alle coperture necessarie a sostenere le modifiche proposte dalla maggioranza alla legge di bilancio. Niente ulteriore aumento di mezzo punto dell’Irap, come ipotizzato inizialmente, spiegano fonti vicine al dossier, si starebbe ragionando su una misura che non sia strutturale ma che possa sostanziarsi in forme di anticipazioni di liquidità o rinvii di sconti fiscali.
Una misura dunque sul modello dell’anticipo delle Dta, ovvero le imposte differite, adottato lo scorso anno. L’esecutivo punta a ricavare tra 250 e 300 milioni da questa voce, altre risorse potrebbero arrivare da una intesa con le assicurazioni tramite una sanatoria sull’adeguamento dell’imposta per danni al conducente. Per trovare coperture alle proposte di modifica prioritarie segnalate dai partiti serve 1 miliardo.
Con il Mef che chiede che il saldo di finanza pubblica finale resti invariato ad una manovra da 18,7 miliardi di euro.
Gli emendamenti
Intanto dovrebbe essere chiuso il fascicolo dei testi segnalati, dopo l’iter delle inammissibilità e riformulazioni. Si attende la possibile revisione dell’emendamento di FdI che chiede «le riserve auree gestite dalla Banca d’Italia appartengono allo Stato, in nome del popolo italiano».
L’estensore del testo, il capogruppo di FdI al Senato Lucio Malan, spiega: «È in istruttoria. Ho appreso oggi che la Bce sta esaminando la comunicazione che è stata mandata debitamente dal governo, conformemente alle norme, vedremo cosa dice la Banca centrale. C’è un precedente del 2019, presidente Mario Draghi, in cui poste alcune condizioni, c’era un parere non contrario». Il Financial Times riporta che la Bce ha detto di essere stata «consultata dalle autorità italiane sulla bozza di emendamento e sta attualmente valutando la questione».
La riserva aurea dello Stato ammonta a 2.452 tonnellate ed ha funzione di rafforzare la fiducia nella stabilità del sistema finanziario italiano. Al cambio attuale, oltre 4.100 dollari l’oncia, varrebbe oltre 270 miliardi. Ma dovrebbe arrivare una specifica per precisare che l’eventuale cambio normativo non comporterebbe in alcun modo la possibilità di vendita del metallo prezioso, sulla falsariga di quanto già stabilito per la Banque de France.
Le opposizioni
Le opposizioni protestano per il taglio del tesoretto parlamentare, 100 milioni per ciascuna delle annualità dal 2026 al 2028, che sarebbe stato tolto per l’ultimo anno. «Probabilmente hanno fatto quella operazione per recuperare i 20 milioni» che era stato ipotizzato di decurtare dalle risorse per il 2026 per coprire alcune misure, «facendolo scendere così a 80 milioni», ha spiegato il capogruppo M5s in Senato Patuanelli. «Ma siccome – aggiunge – non eravamo contentissimi, come opposizione, hanno ripristinato il fondo a 100 milioni, togliendolo per il 2028».
Mentre il capogruppo Pd in Commissione Daniele Manca sottolinea: «Il fatto che venga meno il fondo parlamentare per un anno, il 2028, è un qualcosa che non era stato concordato. Vengono meno 100 milioni per il Parlamento: non va bene». Poi annuncia: «Se continuano a insistere sui Lep, pur in presenza di un parere contrario dell’Anci, della Conferenza delle Regioni, dell’Upi, per noi significa lotta dura».
Il taglio degli emendamenti
Intanto la Commissione Bilancio del Senato ha valutato altri 21 emendamenti alla manovra non ammissibili, tra i testi che erano stati indicati in sostituzione di altrettanti segnalati che erano già stati scartati.
Tra le nuove proposte ritenute inammissibili per assenza di coperture: il testo presentato dalla Lega sulla Flat tax per favorire l’assunzione dei giovani; quello di FdI per ampliare la platea di Opzione Donna; l’emendamento di FdI con norme di perequazione previdenziale per il personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico; il testo di Forza Italia contenente misure in favore del personale infermieristico dipendente dalle strutture private accreditate.
Su Opzione Donna, che vede le opposizioni incalzare, il governo potrebbe formulare una nuova proposta di copertura. Ha superato invece il vaglio di ammissibilità la nuova formulazione dell’emendamento della Lega che ipotizza la vendita della quota italiana del Mes, senza però stimarne più il valore in 15 miliardi come avveniva nella prima versione. Il partito di via Bellerio ha invece accantonato l’emendamento sul piano casa.




