Firmato il nuovo contratto per medici e sanitari: aumenti di 491 euro al mese

La Cigl, come al solito, si oppone e indice uno sciopero

Aumenti medi di circa 491 euro al mese per 13 mensilità e in arretrati medi stimati in 6.500 euro. È quanto si prevede in busta paga – a partire dai prossimi mesi – per 137mila medici dirigenti e sanitari grazie al nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro 2022-24, la cui preintesa è stata sottoscritta oggi nella sede dell’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran). L’accordo è stato però bocciato dai sindacati Fp Cgil Medici e Fassid, che non hanno firmato. La Cgil ha inoltre proclamato uno sciopero della categoria per il 12 dicembre, giorno dello sciopero generale contro la manovra già proclamato dal sindacato.

Un contratto che apre ora la strada alla trattativa per il successivo accordo 2025-27. Il contratto riguarda l’Area della Dirigenza Medica e Sanitaria, che comprende 137mila dirigenti, di cui 120mila medici e 17mila dirigenti sanitari non medici. Le risorse complessive disponibili, pari a 1,2 miliardi di euro, assicurano un incremento medio del 7,27%, traducendosi in aumenti medi di circa 491 euro al mese per 13 mensilità e in arretrati medi stimati in 6.500 euro. Gli aumenti arriveranno in busta paga dopo la sottoscrizione definitiva del contratto, dunque fra due-tre mesi.

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Zangrillo: «Obiettivo raggiunto dal Governo»

«La firma di oggi all’Aran del contratto anche per la dirigenza medica e sanitaria è un altro obiettivo concreto raggiunto da questo Governo. È un traguardo che si inserisce in un percorso virtuoso, reso possibile grazie all’impegno e alle risorse stanziate in due leggi di Bilancio, al lavoro dell’Agenzia della rappresentanza negoziale delle Pubbliche amministrazioni e al dialogo costruttivo con quelle organizzazioni sindacali capaci di ascoltare le reali istanze dei lavoratori». Lo afferma il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo.

«Il rinnovo – prosegue – prevede aumenti decisi, nella linea già tracciata dall’Esecutivo, con la volontà di incrementare il potere d’acquisto delle retribuzioni. Il rinnovo del contratto 2022/2024 anche per i dirigenti sanitari assicura, grazie alle risorse complessive disponibili pari a 1,2 miliardi, un incremento del 7,27%, con aumenti medi di circa 491 euro al mese per 13 mensilità e in arretrati medi stimati in 6.500 euro. Altro elemento di grande soddisfazione è rappresentato dal fatto che la firma arrivi a poco più di un mese dall’avvio della trattativa. Unico rammarico è la mancata adesione, anche questa volta, della Cgil (seguita dalla Fassid) che continua in una logica, ora più che mai, dettata da obiettivi non sindacali, bensì politici».

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Ora, chiusi i rinnovi 2022/2024 per tutti i settori, il ministro per la Pubblica amministrazione guarda avanti: «C’è già la data, quella del 3 dicembre, quel giorno inizierà la trattativa per la tornata 2025/2027 per il rinnovo delle Funzioni centrali. Si tratta di una tempistica mai vista prima nella storia repubblicana. Perché grazie alle risorse già messe a disposizione dal Governo è diventata realtà la possibilità di firmare i contratti del pubblico impiego nei termini previsti, creando così un percorso virtuoso nell’interesse dei lavoratori e dei cittadini».

Naddeo: «Si garantiscono incrementi economici significativi»

Soddisfatto il presidente Aran Antonio Naddeo: «La trattativa, avviata lo scorso 1° ottobre, si è svolta in un clima positivo e ha portato alla definizione di un accordo considerato ampiamente soddisfacente dalla maggior parte delle organizzazioni sindacali. La firma di oggi è arrivata – sottolinea – a poco più di un mese dall’avvio della trattativa. Si garantiscono incrementi economici significativi. Con il via libera di oggi si apre ora la strada all’avvio in tempi rapidi del negoziato per il triennio 2025-2027».

I sindacati favorevoli

«Sarebbe stato da irresponsabili non firmare questo contratto. Le risorse economiche per il 2022-2024 erano già state stanziate e abbiamo ritenuto prioritario distribuirle da subito ai colleghi», afferma Pierino Di Silverio, segretario del maggiore sindacato dei medici dirigenti, l’Anaao Assomed. Tra le novità, sottolinea, «aumenti per i più giovani, carriere più flessibili con riconoscimento dell’anzianità anche per le branche equipollenti, riconoscimenti economici per chi lavora in pronto soccorso».

Si dice «complessivamente soddisfatto» anche il presidente del sindacato Cimo Fesmed, Guido Quici: «Ora – commenta – è fondamentale che l’iter di verifica della preintesa proceda rapidamente, così da arrivare al più presto alla firma definitiva del contratto e consentire alle Regioni di emanare l’atto di indirizzo per l’avvio delle trattative del triennio 2025-2027».

Giudizio positivo anche dalla Federazione veterinari medici e dirigenti sanitari (Fvm), che sottolinea come «un’attenzione particolare è stata dedicata ai giovani professionisti verso i quali c’è stato un maggior riconoscimento economico percentuale, con l’obiettivo di rendere più attrattivo il lavoro all’interno del Ssn e favorire il loro inserimento e la loro permanenza nel servizio pubblico».

Inoltre, spiega il sindacato, «sul versante della tutela dei lavoratori è stato introdotto un principio sacrosanto secondo il quale i sanitari che subiscono aggressioni riceveranno tutela legale in ogni grado di giudizio e assistenza psicologica». Tuttavia, incalza Fvm, «molto resta da fare, sia sul versante normativo sia su quello economico, quindi auspichiamo di poter vedere quanto prima l’atto di indirizzo datoriale 2025-2027».

Un contratto ‘ponte’ anche secondo il sindacato degli anestesisti e rianimatori Aaroi-Emac: «Il confronto che ha caratterizzato questa tornata contrattuale si è concentrato in modo quasi esclusivo sul versante economico, rimandando alla prossima stagione 2025-2027 – affermano – il lavoro sul piano normativo».

Contraria la Fp Cgil medici

Sul fronte opposto la Fp Cgil medici, che boccia in toto la pre-intesa: «Un contratto definanziato di 537 euro lordi medi mensili rispetto all’inflazione e nessun miglioramento normativo. Siamo sconcertati per la precipitazione di una sottoscrizione frettolosa utile solo alla propaganda del Governo – afferma il segretario nazionale Andrea Filippi – ma siamo pronti a ripartire da subito con lo sciopero del 12 dicembre contro la legge di bilancio e con la consultazione su tutte le Aziende del Servizio Sanitario Nazionale».

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