La giunta Manfredi evita ancora il dibattito con la città
Per l’ennesima volta, il Consiglio comunale di Napoli ha visto i suoi lavori interrompersi per mancanza del numero legale, un copione che ormai sembra diventato abituale a Palazzo San Giacomo. A richiedere la verifica dei presenti in aula è stata la capogruppo di Forza Italia, Iris Savastano. Quando la presidente del Consiglio, Enza Amato, ha effettuato l’appello, hanno risposto soltanto diciassette consiglieri: troppo pochi per continuare la seduta, che è stata dunque sciolta.
Prima della chiusura, alcuni esponenti avevano provato a intervenire su varie questioni attraverso l’articolo 37, ma la verifica dei presenti ha sancito la fine anticipata della riunione. Non è un episodio isolato: già lo scorso 22 settembre il Consiglio comunale era stato costretto a fermarsi per lo stesso motivo, incapace di raggiungere il numero minimo necessario per aprire i lavori.
Durante la seduta di oggi, il consigliere Aniello Esposito, appartenente alla stessa maggioranza che sostiene il sindaco Gaetano Manfredi, ha puntato il dito contro un’altra criticità: l’assenza costante degli assessori. «Un po’ di senso di responsabilità di questa giunta, ci sta o non ci sta?», ha tuonato Esposito. In aula, infatti, era presente soltanto l’assessore al Turismo Teresa Armato, mentre gli altri membri della giunta hanno disertato l’appuntamento. Un segnale che, secondo molti, dimostra come l’amministrazione Manfredi continui a muoversi in modo distante e autoreferenziale, senza il necessario confronto con i consiglieri comunali – gli stessi rappresentanti scelti dai cittadini – e con il territorio.
Quella che dovrebbe essere una maggioranza solida sembra invece reggersi più sulla volontà di alcuni di conservare la propria poltrona che su un reale impegno verso la città. Ogni volta che il numero legale manca e le sedute vengono sciolte, cresce la sensazione che il Consiglio comunale di Napoli sia sempre più un luogo svuotato di significato e Palazzo San Giacomo un luogo dove la politica appare interessata a sopravvivere più che a lavorare per risolvere i problemi della comunità.