Euro 2032, il Ministero sceglie il commissario: il Comune accelera sul restyling del Maradona

Uefa e Figc: primo via libera alla candidatura di Napoli

Mentre il conto alla rovescia verso Euro 2032 procede, arrivano due sviluppi che riguardano lo stadio Diego Armando Maradona. Passaggi che potrebbero incidere sul futuro dell’impianto di Fuorigrotta, ancora in attesa di un piano chiaro per il restyling.

Il ministro per lo Sport Andrea Abodi ha scelto il commissario che dovrà occuparsi delle infrastrutture calcistiche: Andrea Sessa, chiamato a operare con poteri speciali e strumenti amministrativi e finanziari in deroga, sul modello delle Zone Economiche Speciali (Zes), a cui aveva guardato anche Aurelio De Laurentiis per il nuovo stadio al Caramanico.

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Sessa potrà rilasciare la cosiddetta «Autorizzazione unica», che consente di snellire le procedure rispetto ai canali ordinari. Intanto Uefa e Figc hanno dato un primo via libera alla candidatura di Napoli e del Maradona come possibile sede delle partite del torneo continentale, subordinandolo però all’effettiva realizzazione degli interventi promessi. Come racconta Luigi Roano su «il Mattino», questo scenario si intreccia con il riavvicinamento tra il sindaco Gaetano Manfredi e De Laurentiis.

Mercoledì il primo cittadino sarà allo stadio per assistere alla sfida di Champions League tra Napoli e Sporting Lisbona: il Comune è proprietario dell’impianto, ma l’invito è arrivato dal presidente del club azzurro. Intanto De Laurentiis ha chiesto altro tempo alla Zes per aggiornare il progetto del nuovo impianto, percorso che resta separato dalla candidatura del Maradona per Euro 2032.

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I poteri del commissario e il ruolo del Comune

Sessa è in attesa del decreto della Presidenza del Consiglio che formalizzi l’incarico. La sua nomina è già stata sottoposta al vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, da cui dipendono risorse straordinarie e poteri in deroga. Tra le sue prerogative figura anche la possibilità di nominare i sindaci delle città coinvolte come sub commissari.

Per il Comune di Napoli la presenza del commissario potrebbe rappresentare un canale operativo in caso di assenza di investitori privati. Con la Regione Campania destinata a cambiare guida nei prossimi mesi (il governatore Vincenzo De Luca non è ricandidabile), Palazzo San Giacomo potrebbe inoltre chiedere alla futura amministrazione un contributo simile ai 150 milioni di euro destinati a Salerno per il restyling dello stadio Arechi.

Il giudizio della Uefa sul Masterplan

Uefa e Figc hanno ritenuto valido il Masterplan consegnato a fine luglio dal Comune per il Maradona. Il passo successivo è la redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica, completo di piano finanziario, che dovrà essere pronto entro luglio 2026.

A ottobre dello stesso anno la Uefa indicherà i cinque stadi italiani che ospiteranno le partite della manifestazione, organizzata congiuntamente con la Turchia. L’Italia ha proposto: Milano (San Siro), Roma (Olimpico), Bari (San Nicola), Napoli (Diego Armando Maradona), Firenze (Artemio Franchi), Torino (Juventus Stadium), Genova (Luigi Ferraris), Verona (Marcantonio Bentegodi), Bologna (Renato Dall’Ara) e Cagliari (Sant’Elia).

Strumenti e risorse disponibili

Il Comune potrà contare su due leve principali: i poteri straordinari del commissario – sia amministrativi che finanziari – e la possibilità di ottenere nuovi fondi regionali. Sessa avrà inoltre la facoltà di utilizzare Sport e Salute, società controllata dal Ministero dell’Economia con l’obiettivo di supportare l’attività sportiva.

Il decreto che disciplina la figura prevede che «ove necessario il commissario possa operare, a mezzo di ordinanza, in deroga a ogni disposizione di legge diversa da quella penale» e che, se le amministrazioni non rispondono entro 15 giorni, si possa comunque procedere.

Dal punto di vista economico è attivo il Fondo Italiano per lo Sport, suddiviso in quattro sezioni («garanzie», «finanziamenti», «rafforzamento patrimoniale» e «contributi»), che sostituisce i precedenti strumenti di finanziamento. Prevede sgravi fiscali, garanzie pubbliche sui crediti e altre agevolazioni per chi presenti progetti ritenuti concreti e sostenibili.

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