L’imprenditore ora imputato per intestazione fittizia di beni
Domiciliari revocati per l’imprenditore Massimiliano Di Caprio, 49 anni, coinvolto in una inchiesta della Dda sulle attività di riciclaggio del clan Contini servendosi della nota pizzeria «Dal presidente» di Napoli. A deciderlo è stato il tribunale davanti al quale è in corso il processo che ora vede imputato il 49enne solo per intestazione fittizia di beni. La Cassazione infatti ha escluso l’aggravante mafiosa da tutti i reati che gli vennero inizialmente contestati e sancito anche l’insussistenza delle contestazioni di riciclaggio e autoriciclaggio.
Proprio sulla base di questa decisione si poggia la scelta del giudice di rimettere in libertà il 49enne (difeso dagli avvocati Fabio Visco e Vittorio Giaquinto) il quale dal 14 maggio 2024, giorno del suo arresto, ha trascorso circa 6 mesi in cella prima di andare ai domiciliari dov’è rimasto fino a qualche giorno fa. «La Cassazione – spiega l’avvocato Visco – ha ritenuto non sussistente, in sostanza, qualsiasi tipo di legame con il clan Contini, come invece inizialmente contestato».
Al processo sono imputati anche la moglie, Deborah Capasso, 47 anni (difesa da Visco e dall’avvocato Leopoldo Perone) e il sostituto commissario della Polizia di Stato Guido Albano (anche lui difeso da Visco e dall’avvocato Vanni Cerino) ormai da tempo in libertà, sempre su decisione dell’autorità giudiziaria. Per entrambi sono stati ritenuti insussistenti i gravi indizi di colpevolezza. Tutti e tre vennero raggiunti da una misura cautelare, nel maggio 2024, notificata anche ad altri due indagati contestualmente a un sequestro di beni mobili e immobili, pizzeria compresa, per un valore di 3,5 milioni di euro.