La situazione più grave nella riserva Tirone Alto Vesuvio
Il fronte di incendio sul Vesuvio, nel Parco Nazionale, è stimato in due chilometri e le fiamme hanno già divorato duecento ettari di vegetazione. Le fiamme si estendono da Terzigno alla riserva Tirone Alto Vesuvio, quindi dalla parte interna del Monte Somma e poi lungo il versante Boschese.
La situazione più grave è nella riserva, sulla quale sono stati dirottati la maggioranza dei Canadair a disposizione. Ai 4 Canadair e ai 4 elicotteri se ne è aggiunto un altro. L’appello della direzione del Parco e a turisti e visitatori ad astenersi da escursioni e dal visitare sentieri sia per ragioni di sicurezza personale sia per non interferre con le attività di spegnimento del rogo.
A monitorare la situazione, il presidente del Parco Nazionale del Vesuvio, Raffaele De Luca: «Stiamo cercando di chiudere il prima possibile anche se il fronte dell’incendio è ampio. Stiamo cercando di capire, con precisione, quanto sia esteso» spiega De Luca raggiunto al telefono. «Le case e le strade sono tutte monitorate ma abbiamo problemi nella Riserva Alto Tirone. Tra un’oretta dovrebbero arrivare altri due Canadair, dovremmo dare una scossa importante anche se la situazione anche se la situazione è molto difficile. Lì si registra la situazione più critica»
Il sindaco Ranieri: una notte molto critica
Sospetta l’origine dolosa il sindaco di Terzigno, Francesco Ranieri. Quella appena trascorsa, spiega, è stata una notte «molto critica. All’inizio per fortuna il vento spingeva verso il cratere, poi ad un certo punto si è portato verso valle, verso le abitazioni. E lì abbiamo avuto paura. Ma i mezzi da terra hanno garantito l’incolumità di tutti. C’era una distanza di qualche chilometro dalle case. Non abbiamo avuto esigenza di sgomberi grazie a un ottimo lavoro dei volontari della Regione Campania e dei Vigili del Fuoco che hanno sorvegliato l’area tutta la notte».
La parte che è totalmente bruciata «è quella alle spalle dello stadio comunale, la parte di vegetazione più bella, amata soprattutto da chi vive questa meravigliosa montagna, che purtroppo è andata in fumo. Qui, sul versante dello stadio, l’estensione dell’incendio è di circa un ettaro». Per quanto riguarda l’origine dolosa «attualmente non si può dire, però purtroppo io ho vissuto anche gli incendi del 2017 dove vi fu la mano criminale. Quindi devo sospettare che anche adesso ci sia il dolo e che qualcuno abbia appiccato nuovamente le fiamme».