Da cisterna maledetta a luogo di fede
Nel centro storico di Parete, in piazza Garibaldi, sorge una piccola chiesa che custodisce una storia intensa e poco conosciuta: quella di San Filippo Neri. A prima vista può sembrare un edificio semplice, con il suo campanile a due campane e le dimensioni modeste, ma dietro quelle mura si cela una vicenda antica, che affonda le radici nel tardo Cinquecento.
Secondo una tradizione tramandata nel tempo, il luogo dove ora si trova il santuario era in origine occupato da una cisterna piena d’acqua e fu proprio lì che, in circostanze tragiche, persero la vita due bambini annegando. Fu questo evento a spingere la comunità, o forse la coscienza collettiva, a realizzare una cappella. La famiglia Di Lauro, che ne deteneva il patronato, contribuì in modo determinante alla fondazione e al sostentamento del santuario, dedicato inizialmente a Gesù e Maria.
Il complesso ecclesiastico, edificato su un terreno di circa sette moggi e mezzo in una zona nota come «Cepollone», a est del paese verso Lusciano, cambiò proprietà durante il regno di Gioacchino Murat, divenendo infine bene privato. Nel frattempo, la chiesa assunse ufficialmente il titolo di San Filippo Neri, e divenne sede della confraternita dedicata al culto di questo Santo. Monsignor De Luca, durante la visita pastorale del 1850, le attribuì il doppio titolo di «Santa Maria delle Grazie e San Filippo Neri», segno della complessità e della ricchezza spirituale che il luogo aveva assunto.
La confraternita che vi ha avuto sede è antica: se ne ha notizia documentata già nel 1742, quando operava nella chiesa parrocchiale. Nel 1778 i confratelli decisero di trasferirsi nella cappella di San Filippo Neri e richiesero a Ferdinando IV l’approvazione di un proprio statuto, che fu regolarmente concesso. All’epoca furono 61 i firmatari della supplica: 58 apposero una semplice croce, mentre solo 3 firmarono con nome e cognome, testimoniando le difficoltà di alfabetizzazione del tempo. Lo statuto venne poi aggiornato nel 1858 con l’assenso di Ferdinando II.
La chiesa conserva ancora oggi un grande dipinto a olio sull’altare e incastonato nella nicchia laterale, vi è l’immagine del Santo, e c’erano anche una bara usata per i riti funebri e paramenti sacri, oggi non più presenti.
Il ritorno di Nicola Sabatino
Nel 2024, dopo tanti anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, i resti di un giovane soldato, Nicola Sabatino, originario di Parete, sono finalmente tornate dalla Germania nella sua terra natale, e per accoglierlo la comunità ha organizzato un commosso momento di raccoglimento proprio nella chiesa di San Filippo Neri. Non potendo tenere i resti per più giorni nella chiesa parrocchiale, San Pietro Apostolo, a causa del flusso continuo dei fedeli, l’edificio è stato scelto per custodirli anche perché era un luogo familiare per il ragazzo, nato e cresciuto nei pressi.
Il giorno seguente, il feretro è stato portato nella parrocchia di San Pietro per la benedizione, prima di accompagnarlo nel suo ultimo viaggio verso il cimitero cittadino. Un gesto di memoria e rispetto, che ha restituito a questo giovane caduto l’onore di tornare a casa.