Si pensa alla collocazione della cabina in un ricovero
Il cavo di trazione strappato dalla testa fusa, nei pressi della stazione di Castellammare di Stabia. E in quella del Monte Faito, la puleggia praticamente divelta. Si è concentrato su questi due aspetti, ieri, il primo round dell’incidente probatorio disposto dal gip di Torre Annunziata Luisa Crasta per fare luce sul disastro della funivia del Faito, costata la vita a quattro perone, tre turisti stranieri e il macchinista, il 17 aprile 2025. Al sopralluogo, che proseguirà oggi, hanno preso parte i consulenti delle parti, tra cui l’ingegnere Fabrizio Pellegrino, nominato dalla famiglia Suliman attraverso il loro legale, l’avvocato Hilarry Sedu.
Gli accertamenti irripetibili hanno preso il via a un mese esatto dal conferimento dell’incarico e riguarda l’intera area del disastro, che è ancora sotto sequestro. I consulenti delle parti sono stati affiancati dalla Polizia di Stato e dai vigili del fuoco: nella mattinata di ieri ci si è concentrati a valle mentre nel pomeriggio il gruppo si è spostato a monte. Un tragitto coperto, è stato stimato, in appena otto minuti dalle cabine. A coordinare le indagini è un pool di magistrati appositamente costituito e composto dal procuratore Nunzio Fragliasso, dall’aggiunto Giovanni Cilenti e dai sostituti Giuliano Schioppi e Alessandra Riccio.
Gli indagati sono 26, tra cui l’ente gestore dell’impianto, l’Eav, e alcuni suoi dirigenti. I reati contestati, a vario titolo, sono disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose. Il sopralluogo di domani si concentrerà nel luogo, impervio, dove si trova la cabina precipitata: secondo quanto si è appreso in gruppetti di tre, i professionisti, equipaggiati e accompagnati dai vigili del fuoco, prenderanno visione della cabina e del luogo dove è precipitata. La zona sarà monitorata anche da un drone. Intanto si sta pensando alla rimozione, verosmilmente con un elicottero, e alla collocazione della cabina in un ricovero.