Ex Ilva, pubblicato il decreto di rinnovo dell’Aia. Ma è polemica sul nodo del gas

Emiliano: «La nave è inutile. Serve buon senso, non ideologia»

Un’autorizzazione che riapre il cuore caldo dell’acciaieria di Taranto. Il Ministero dell’Ambiente ha pubblicato il decreto che rinnova l’Autorizzazione integrata ambientale per gli impianti dell’ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria.

Un via libera che consente la prosecuzione del ciclo integrale e che, di fatto, legittima il riavvio degli altiforni. «Un provvedimento fondamentale – ha detto il ministro Gilberto Pichetto – che coniuga la continuità produttiva con la tutela della salute e dell’ambiente». Il Mase esalta la novità: l’Aia recepisce per la prima volta una Valutazione di Impatto Sanitario redatta dall’Istituto Superiore di Sanità. Stabilisce 472 prescrizioni vincolanti, fissa un tetto massimo di 6 milioni di tonnellate/anno di acciaio e integra le migliori tecnologie europee.

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La voce dei lavoratori e dei sindacati

Nel frattempo, dalla fabbrica arriva un grido chiaro: «Il tempo delle mezze misure è finito». Le tute blu di Fim, Fiom e Uilm hanno consegnato ai rappresentanti istituzionali – il presidente della Regione Michele Emiliano, il presidente della Provincia Gianfranco Palmisano e i sindaci di Taranto e Statte Piero Bitetti e Fabio Spada – una piattaforma radicale, frutto di tre giorni di assemblee in tutti i reparti.

«Basta guerra tra lavoro e salute», dicono i sindacati. Chiedono una vera decarbonizzazione, con tre forni elettrici, impianti DRI, rilancio delle linee di laminazione e garanzie per l’occupazione: prepensionamenti, riqualificazione e tutela del reddito. Il ministro Adolfo Urso l’ha definita «una proposta coerente col piano del governo».

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Il nodo della nave rigassificatrice

Ma è l’idea di una nave rigassificatrice nel porto solleva dubbi. Emiliano frena: «Se il gas può arrivare via terra, la nave è inutile. Serve buon senso, non ideologia». E avverte sull’Aia: «No a un sistema produttivo che ha inquinato e ucciso». Il sindaco Bitetti, durante la presentazione delle linee programmatiche della nuova amministrazione, ha promesso: «Non arretreremo sul diritto alla salute».

Un’agenda fitta di appuntamenti

L’agenda del dossier ex Ilva resta fitta di appuntamenti. Lunedì 28 luglio alle 16.30 il primo cittadino di Taranto avrà un confronto con comitati e movimenti ambientalisti, il 30 è il giorno del Consiglio comunale monotematico di Taranto chiamato a discutere dell’accordo sulla decarbonizzazione e il 31 è atteso il nuovo vertice al Mimit sullo stesso accordo interistituzionale che dovrà recepire le indicazioni degli enti locali. Intanto, proprio a Taranto si alza forte la voce di associazioni e cittadini che nei giorni scorsi hanno proclamato simbolicamente «lo stato di emergenza sanitaria, ambientale e democratica».

Ieri Fondo Antidiossina e Peacelink hanno inviato un appello al sindaco Bitetti, che ha i crismi della diffida, chiedendo che «non si proceda il 30 luglio al voto in Consiglio comunale sull’accordo di programma sull’ex Ilva. Il testo non è stato ancora distribuito ai consiglieri comunali», rendendo impossibile «una reale valutazione consapevole». La nota sottolinea anche il rischio sanitario: «Taranto è già gravemente colpita da eccessi di mortalità. Procedere con una delibera che di fatto legittima il riavvio degli altiforni – avvertono – è pericoloso e inaccettabile. Siamo pronti a rivolgerci alla procura».

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