Forse temeva di non poter più curare il fratello
Viveva da solo, in un ‘sottoscala’ a ridosso di piazza Carolina, nel centro storico di Napoli. A poche centinaia di metri piazza Plebiscito e dalla parte opposta, più su, piazza Santa Maria degli Angeli, con la chiesa dove per tanti anni l’ottantenne Francesco Poce, detto Franco, ha fatto il sagrestano. Ieri l’uomo, che era malato da tempo, è stato ucciso in quel basso. A togliergli la vita, presumibilmente, il fratello di soli pochi anni più giovane, Raffaele, ex guardia giurata. Che poi ha rivolto la pistola contro se stesso e si è ammazzato.
A dare l’allarme, poco dopo le 9, alcuni vicini che hanno sentito degli spari provenire dall’abitazione di Franco in vico Santo Spirito. Una donna, parlando con i giornalisti, afferma di essere stata lei ad aprire la porta dello stabile a Raffaele, 77 anni, che tutti in zona conoscevano perché molto spesso andava a visitare il fratello e a prendersene cura. «Mi è sembrato tranquillo, l’ha fatto altre volte, ho pensato che non volesse disturbare Franco, magari pensava che ancora dormisse», ha detto la donna.
Tra le persone accorse subito dopo il fatto anche la moglie del probabile assassino: inorridita dal sangue è subito uscita a chiedere aiuto. I soccorritori hanno trovato i due corpi senza vita, all’interno del sottoscala dove negli anni Franco aveva patologicamente accumulato di tutto. E in quello stato viveva, in condizioni difficili e insalubri, senza alcun confort, malato. A prendersene cura era, appunto, il fratello ex guardia giurata. Che però, raccontano sempre i vicini, in tempi recenti avrebbe scoperto di essere anche lui affetto da un grave male.
Una tragedia annunciata
«Forse è proprio per questo che l’ha fatto, perché temeva di non poterlo più aiutare», è il pensiero di molti. Sta di fatto, dice un uomo alle telecamere, che «è stata una tragedia abbastanza annunciata, anche se forse non in questi termini. L’epilogo di una triste storia. Franco era una persona sola, malata, e il fratello lo accudiva. Tra loro c’erano anche questioni e litigi. Ad aprile, ad esempio, ci fu un incendio dentro casa, intervenni io e un medico che abita nel palazzo e lui rimase ustionato alle gambe. Viveva senza acqua, luce e gas, in maniera molto disagiata». Ieri Raffaele ha fatto la sua ultima visita a Franco: lo avrebbe ucciso con due colpi di pistola alla schiena, poi si è sparato in faccia.