Urso: «Non solo gli azeri in corsa, anche indiani e americani pronti»
Il Governo studia la nuova provvista finanziaria da mettere a disposizione di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, visto che la cassa dell’azienda si avvia ad esaurirsi e la cessione del complesso industriale agli azeri di Baku Steel Company, che inizialmente si prevedeva di fare a giugno, in realtà slitta come tempi.
Ieri c’è stato un vertice a Palazzo Chigi al quale hanno partecipato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, i ministri delle Imprese, Adolfo Urso, del Lavoro, Marina Calderone, e dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, e l’ad di Invitalia, Bernardo Mattarella, visto che quest’ultima società dovrà assicurare il nuovo intervento pubblico nell’Ilva che verrà, intervento di minoranza annunciato più volte dal Governo nelle ultime settimane e peraltro sollecitato anche dagli stessi azeri.
Il nodo risorse
Il tema della nuova finanza da assicurare all’ex Ilva è stato uno di quelli discussi nel confronto a Palazzo Chigi, servito anche a preparare il nuovo incontro di lunedì pomeriggio con i sindacati metalmeccanici sempre a Palazzo Chigi. Da quando si è insediata l’amministrazione straordinaria di Acciaierie, più misure finanziarie sono state adottate a sostegno della continuità operativa dell’azienda tra produzione, manutenzioni e pagamento di fornitori e stipendi ai dipendenti.
Fra le risorse sinora affluite ad AdI, ci sono due interventi da 150 milioni ciascuno da parte di Ilva in amministrazione straordinaria, proprietaria degli asset mentre AdI li gestisce, il prestito ponte da 320 milioni autorizzato dalla UE, l’estensione del prestito ponte di altri 100 milioni attraverso una norma dell’ultimo decreto Milleproroghe e infine, con l’ultimo decreto sull’ex Ilva convertito in legge, l’ampliamento da 150 a 400 milioni – quindi 250 in più – di una delle prime misure da parte di Ilva in amministrazione straordinaria.
Quest’ultima ha prelevato le risorse per AdI dal patrimonio destinato per la bonifica, costituito anni fa con il miliardo di euro fatto rientrare in Italia dai Riva, ex proprietari Ilva. Patrimonio che, a sua volta, è stato in parte compensato con 80 milioni per la bonifica. Adesso un nuovo intervento finanziario per l’ex Ilva non potrebbe che essere egualmente importante come entità, anche perché non c’è una previsione su quando l’azienda potrebbe passare di mano.
Cessione in stallo, pesa lo stop all’altoforno 1
L’interesse di Baku c’è ancora, ma risente sia dello stop dell’altoforno 1, a seguito dell’incendio e del sequestro di un mese fa, sia del fatto che non c’è ancora chiarezza sia per la situazione della nuova Autorizzazione integrata ambientale per l’azienda, che per l’arrivo della nave di rigassificazione, necessaria a fornire il gas per la transizione del siderurgico.
Urso: «Procedura competitiva, non solo Baku in corsa»
Sulla trattativa in corso si è espresso anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenuto a un evento organizzato da La Verità. «La nostra procedura è competitiva, visto che ora è stato conferito un mandato negoziale preferenziale con gli azeri, ma anche gli altri attori, gli indiani» di Jindal «e pure gli americani» di Bedrock Industries «sono ancora in campo e potrebbero anch’essi eventualmente rilanciare».
Urso ha inoltre sottolineato come le recenti criticità abbiano modificato il quadro originario: «È ovvio però che tutti dobbiamo prendere atto che il piano industriale presentato a loro e alla Commissione UE, sulla base del quale ha autorizzato un prestito ponte, oggi è inficiato» a causa dello stop all’altoforno 1.
Il ministro ha anche ribadito la linea dell’Esecutivo in merito al coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori: «Abbiamo convocato i sindacati al tavolo di Palazzo Chigi per lunedì alle 18, a responso delle urne avvenuto, perché, come abbiamo sempre detto, siamo pienamente rispettosi del voto popolare, quindi di ciò che i cittadini di Taranto decideranno nel ballottaggio tra due candidati e due coalizioni che in materia hanno programmi diversi».
«Serve aspettare la decisione della Procura della Repubblica di Taranto, che ha messo sotto sequestro probatorio uno dei due altoforni. Nel pieno rispetto dei poteri dello Stato e della leale collaborazione tra organi dello Stato, aspettiamo», ha sottolineato Urso.