L’attesa infinita: una città intera con il fiato sospeso
«Ultimo passo. Tutti insieme. Al Maradona». Bastano cinque parole postate da Giovanni Di Lorenzo per incendiare l’attesa. Il capitano del Napoli guida la carica a modo suo, con il silenzio degli uomini forti: mani giunte, occhi fissi, lo stadio alle spalle e la città nel cuore. Venerdì sera, contro il Cagliari, il Napoli si gioca tutto. Il Diego Armando Maradona è andato sold-out in pochi minuti, una corsa al biglietto che sa di fame e appartenenza. Ma non tutti entreranno allo stadio.
Per questo il Comune ha allestito maxi-schermi in piazza del Plebiscito, piazza Mercato e piazza Ciro Esposito a Scampia. Migliaia di persone si riverseranno in strada, in un rito collettivo che profuma di riscatto. Napoli si veste d’azzurro, ma non senza pensieri. A pesare come un’incognita è lo sciopero nazionale dei treni indetto per il 23 maggio: a rischio c’è la Linea 2 della metropolitana (Gianturco-Pozzuoli), l’asse vitale che collega lo stadio al cuore della città. Proprio quella linea che ogni domenica accompagna il popolo azzurro verso il San Paolo, oggi Maradona.
Una linea fragile, già piegata dai disservizi ordinari, su cui si scarica ora anche il braccio di ferro sindacale. Il Comune ha risposto con un piano traffico straordinario: sarà istituita una «Zona Azzurra» che chiuderà al traffico il centro storico e il Lungomare, con cinque varchi presidiati e accesso solo a piedi. Napoli si prepara, ma con l’ansia di non riuscire a reggere l’urto della festa. Napoli attende. Il popolo canta. Di Lorenzo guida. Il resto, lo dirà il campo