Il busto di Pulcinella in via dei Tribunali: simbolo di superstizione e identità

È diventato nel giro di pochi anni un’attrazione turistica

In un caratteristico angolo di Vico del Fico al Purgatorio, a pochi passi dalla celebre Via dei Tribunali, si trova una scultura che racchiude l’essenza più profonda dell’identità della nostra città: il busto di Pulcinella. Realizzata nel 2012 dall’artista napoletano Lello Esposito, questa statua in bronzo è diventata nel giro di pochi anni un’attrazione turistica, simbolo di fortuna e superstizione.

La maschera di Pulcinella: una figura simbolica

Pulcinella è una delle maschere più celebri della commedia dell’arte italiana e il personaggio che più rappresenta la cultura popolare napoletana. La sua figura affonda le radici nel XVI secolo, con origini contese tra Napoli e l’area di Acerra. Pulcinella incarna lo spirito dei napoletani: una figura che alterna furbizia e ingenuità, riso e malinconia. Sempre pronta a sopravvivere alle difficoltà con la sua lingua tagliente e la sua sagacia, la maschera si presenta come un simbolo universale della lotta quotidiana e della resilienza.

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Caratterizzato dalla maschera nera, il naso prominente e un abbigliamento bianco, si muove agilmente tra il mondo dei potenti e quello dei più deboli, usando l’astuzia per navigare le complessità della vita. Questa dualità lo ha reso uno dei simboli più amati e riconosciuti della tradizione napoletana, capace di parlare alle generazioni passate e future.

Il busto di Pulcinella del maestro Esposito: arte contemporanea in un contesto antico

La scultura di Lello Esposito è un busto in bronzo alto circa 120 cm, posizionato su un piedistallo in una stradina laterale della frequentatissima Via dei Tribunali. L’autore dell’opera ha dedicato gran parte della sua carriera a reinterpretare i simboli tradizionali della città, come Pulcinella, il Vesuvio, i corni portafortuna e le maschere della commedia dell’arte.

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Questo capolavoro, collocato in un luogo così ricco di storia e cultura, si inserisce perfettamente nell’ambiente circostante. La scelta di posizionare Pulcinella nel centro storico di Napoli, riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, non è casuale: Via dei Tribunali è una delle arterie principali del decumano maggiore, cuore pulsante della città sin dall’epoca romana. La strada è costellata di chiese, come la Basilica di San Paolo Maggiore o la Chiesa delle Anime del Purgatorio, ma anche di pizzerie, botteghe artigianali e locali storici. Collocata in questo contesto, la statua di Pulcinella funge da trait d’union tra i turisti e la cultura popolare.

La tradizione scaramantica: il naso di Pulcinella

La vera particolarità del busto però è il rito propiziatorio legato al suo naso. Si narra, infatti, che toccare il naso della statua porti fortuna. Questa credenza ha trasformato l’opera in una meta imperdibile per chi cerca un gesto scaramantico che possa cambiare in meglio la propria sorte.

Nel corso degli anni, il naso è diventato lucente e consumato a causa dei continui tocchi dei passanti. L’usanza ricorda altre tradizioni simili sparse per il mondo: pensiamo alla statua di Giulietta a Verona, al toro di Wall Street a New York o al piede del San Pietro nella Basilica di San Pietro a Roma. Tuttavia, a Napoli, questa pratica assume un significato speciale, legato alla profonda tradizione scaramantica della città, dove ogni gesto, amuleto o rito può influenzare positivamente la vita quotidiana. Attraverso quel gesto scaramantico, il turista diventa parte di una tradizione collettiva, mentre il napoletano rinnova il legame con la propria identità culturale.

L’opera rappresenta una fusione perfetta tra antico e moderno: se da un lato richiama le radici storiche della commedia dell’arte e della maschera di Pulcinella, dall’altro dimostra come questi simboli possano essere reinterpretati e adattati alla contemporaneità.

L’artista Lello Esposito ha cercato di imprimere nel volto della sua scultura l’essenza stessa del personaggio: le rughe, le espressioni marcate, il sorriso enigmatico raccontano storie di fatica e successo, di sofferenza e gioia.

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