Confiscati beni per 100 milioni a due imprenditori ritenuti vicini alla camorra

Sono stati assicurati allo Stato 161 beni immobili, auto, rapporti bancari e quote societarie

La Guardia di Finanza di Bologna, insieme al Servizio centrale criminalità organizzata e con il supporto dei comandi provinciali di Napoli, Caserta, Benevento e Cosenza, ha eseguito una confisca di circa 100 milioni emessa dalla Corte di appello di Napoli, un patrimonio di società dei settori dell’edilizia e immobiliare.

I beni sono risultati nella disponibilità di due imprenditori di origine campana, Antimo Morlando e Emanuele Di Spirito, condannati in via definita, a vario titolo, per concorso esterno in associazione di tipo camorristico e trasferimento fraudolento di valori anche aggravato dal metodo mafioso, ritenuti vicini ai clan Puca e Perfetto.

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La confisca è l’epilogo di indagini della Dda di Napoli, dopo un monitoraggio su investimenti immobiliari sospetti fatti in Emilia-Romagna, nelle province di Bologna e Ravenna, da soggetti apparentemente privi di qualsiasi capacità reddituale: è stato documentato un complesso di società – formalmente intestate a soggetti compiacenti, ma di fatto gestite dai due imprenditori (nelle carceri di Santa Maria Capua Vetere e Secondigliano) – strumentalmente impiegate per operazioni speculative immobiliari al fine, tra l’altro, di agevolare gli investimenti di alcuni clan e il reimpiego di provviste illecite, in maniera da consentire alle stesse organizzazioni criminali di trarre ingenti guadagni.

I clan, agendo all’ombra di imprese apparentemente pulite, reinvestivano così nel circuito legale i proventi delle attività immobiliari. Sono stati assicurati allo Stato 161 beni immobili, tra fabbricati e terreni nelle province di Napoli, Caserta, Benevento e Cosenza, 25 autoveicoli, 7 rapporti bancari attivi e 16 quote di partecipazione societarie, per un valore di 100 milioni di euro.

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