La lista creata dall’ex governatore aprirà il tesseramento
Non più soltanto una lista civica, ma un possibile partito in grado di competere con il Pd: attorno ad «A Testa Alta», l’iniziativa politica creata da Vincenzo De Luca, si concentra una partita che mette in evidenza le contraddizioni del centrosinistra campano. Un’area politica attraversata da tensioni irrisolte, espulsioni e ambiguità che rendono sempre più difficile distinguere tra appartenenze formali e scelte effettive.
La lista, voluta dall’ex presidente della Regione Campania, aveva inizialmente reso esplicito il legame con De Luca anche nel simbolo, attraverso la dicitura «Con De Luca», poi rimossa. Oggi, però, il progetto sembra pronto a fare un salto ulteriore, passando da contenitore elettorale a soggetto politico organizzato, con una prospettiva di radicamento stabile sul territorio.
La spinta di Oliviero e le espulsioni nel Pd
A dare per certo questo passaggio, scrive Angelo Agrippa sul «Corriere del Mezzogiorno» è Gennaro Oliviero, presidente del Consiglio regionale uscente, tra i dirigenti del Pd casertano allontanati prima dell’intervento che ha portato all’espulsione di altri 24 tra ex segretari di federazione ed ex amministratori. Il provvedimento è stato assunto dalla commissaria Susanna Camusso nei confronti di chi non aveva sostenuto i candidati democratici alle elezioni regionali. Oliviero, rieletto con circa 17 mila preferenze, ritiene che il percorso di «A Testa Alta» sia ormai tracciato. Una lista nata su impulso di De Luca, oggi impegnato a tentare il ritorno alla guida del Comune di Salerno.
«Diventerà un partito a gennaio»
«A Testa Alta diventerà un partito a tutti gli effetti a gennaio, quando apriremo il tesseramento. È questo l’obiettivo. Sarà un partito legato al territorio. Metteremo mano alle liste per le Provinciali. Sono tanti gli amministratori che hanno aderito. Gli espulsi del Pd che stanno con me – sottolinea Oliviero – sono più che contenti. L’unica a non essere contenta è Camusso – afferma l’ex presidente del Consiglio regionale – che ha preso una sonora batosta alle Regionali e credo che quando tornerà a Roma qualcuno le chiederà cosa ha fatto a Caserta».
Una visione che non è condivisa da chi, all’interno di «A Testa Alta», è rimasto scontento dal risultato delle urna. Tra gli sconfitti prevale un atteggiamento di distacco e amarezza: «Ormai – sostengono – De Luca padre è concentrato solo sull’obiettivo di tornare a capo dell’amministrazione comunale di Salerno. Nel frattempo il figlio Piero, segretario regionale del Pd, ha finito per frenare il nostro tentativo di rivendicazione contro chi voleva relegarci fuori dai circuiti politici».
I confini incerti tra Pd e lista deluchiana: silenzio su De Luca senior
Il disagio che attraversa il Pd regionale emerge con chiarezza. Alle espulsioni di Caserta si affiancano i dubbi che riguardano Salerno, dove – secondo quanto viene raccontato da settimane – diversi consiglieri comunali ed esponenti democratici avrebbero sostenuto «A Testa Alta» e Luca Cascone, considerato il più stretto collaboratore di De Luca senior e punto di riferimento sulle politiche dei trasporti. Un intreccio che rende sempre più complesso stabilire dove si collochino i confini del Pd e dove inizino quelli della lista civica riconducibile all’ex governatore.
Resta però aperta una questione centrale: la posizione di Vincenzo De Luca. Nonostante abbia ideato e sostenuto «A Testa Alta», sull’iscrizione al Pd dell’ex presidente della Regione, almeno per ora, nessuno interviene. Forse troppo forte per esser messo in discussione? Chissà, nel frattempo gli altri sono stati cacciati




