«Qualunque cosa viene strumentalizzata e non analizzata razionalmente»
«Secondo me la riforma cerca di ricostruire le condizioni perché la giustizia diventi giustizia con la G maiuscola, cioè capace di garantire tutti. Temo il fatto che in Italia qualunque cosa viene strumentalizzata e non analizzata in modo razionale e non è il mio modo di farlo». Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, si è espresso rispondendo a una domanda sul tema della riforma della giustizia a Napoli, per un evento elettorale del centrodestra con il candidato Edmondo Cirielli.
Rispetto al referendum, Crosetto ha evidenziato che «normalmente significa affidare l’ultima parola al popolo, quindi quando il popolo si esprime, si prende atto di quello che ha deciso. Il problema è far capire bene di cosa si sta parlando. Io non penso che questa riforma contenga nulla di negativo. Forse – ha proseguito il ministro – nessuno sa che in Paesi democratici, penso alla Spagna, alla Francia, alla Germania, il sistema giudiziario è completamente diverso perché, ad esempio, i pubblici ministeri in questi tre Paesi sono sotto l’esecutivo».
«In Italia questo non avviene, rimarranno liberi di esercitare senza alcuna influenza dall’esecutivo, l’unica cosa che si fa è togliere alle correnti il Csm e non penso che dividere la magistratura giudicante da quella inquirente sia un problema visto che a oggi lo 0,5 per cento dei pubblici ministeri passa dall’altra parte, stiamo parlando di una cifra irrilevante». Nel concludere, Crosetto ha sottolineato che «quindi è un tema più politico che reale, nessuno tocca la giustizia». A chi chiede se la premier Giorgia Meloni dovrebbe dimettersi se vincesse il no al referendum Guido Crosetto, risponde: «No, penso proprio di no. Non è una riforma Meloni, è una riforma per la giustizia», sottolinea il ministro.



