Il Comune ha i giorni contati per emettere un provvedimento
Arriva la controproposta dei locali in attesa di essere approvata. Il documento, a firma dell’avvocato dei locali Roberta Valmassoni, posto all’attenzione dell’assessora al Turismo Teresa Armato e l’assessore alla Polizia Municipale e alla Sicurezza, Antonio De Iesu, propone alcune modifiche all’ordinanza che dovrà essere approvata in Comune prima della scadenza imposta dal Tar, prevista per il 3 novembre.
Una prima scadenza era già stata data, prevista per fine settembre, ma il Consiglio Comunale si era spaccato sulle restrizioni ai locali, come proposte dai due assessori competenti. Rosario Andreozzi in prima linea, seguito da Pasquale Esposito e altri consiglieri hanno difeso a spada tratta i locali sostenendo che i provvedimenti previsti non fossero leciti e potessero provocare un danno enorme agli esercenti e concorrenza sleale.
Intanto, il tribunale con le cause impugnate dai residenti di piazza Bellini e Vico Quercia, parte del Comitato Vivibilità Cittadina, difesi dal consigliere comunale e avvocato Gennaro Esposito, sono andate avanti. Il Comune è stato condannato come «proprietario del suolo pubblico» per rumore antropico troppo elevato, oltre la soglia della tollerabilità. È stato previsto, per i residenti, un risarcimento di 1,2 milioni che dovranno uscire dalle tasche del Comune di Napoli.
L’ultima sentenza del Tar ha previsto una nuova scadenza per il Comune, il quale dovrà emettere un provvedimento che possa essere utile a contenere il rumore antropico. La scadenza è fissata per il 3 novembre. Se non arriverà il provvedimento, il Tar ha disposto la nomina di un commissario ad acta.
La controproposta dei locali
Ed è a questo punto che è arrivata la controproposta da parte dei locali per l’emissione dell’ordinanza. Il documento, a firma dell’avvocato Roberta Valmassoni che rappresenta circa 30 esercizi commerciali, prevede una prima richiesta, ovvero che la delibera o ordinanza abbia una validità temporanea, accompagnata dalla richiesta «di valutare l’opportunità di poter perimetrare con maggiore precisione le aree interessate», oggetto delle sentenze del Tribunale civile. Viene, inoltre, richiesto che per l’asporto vengano seguire le regole nazionali.
Quindi, che ci sia divieto di vendita d’asporto dopo mezzanotte, ma che ne sia comunque consentita la somministrazione. Salvo i giorni festivi e specifiche deroghe, viene chiesto, come provvedimento per salvaguardare il Comune e adempiere alla sentenza del Tar, di anticipare il divieto di somministrazione nelle aree interessate dall’una di notte in settimana e alle due nel weekend.
Resta il divieto di diffusione sonora e di musica all’esterno del locale, ma restano anche le concessioni di suolo pubblico fino a chiusura. Viene, infine, ribadito il limite temporale da stabilire entro il quale deve restare in vigore l’ordinanza. I locali e gli attori della movida, tutti, restano ora in attesa del responso dell’amministrazione alle proposte avanzate dalla rappresentante dei locali coinvolti.



 
                                    
