La Chiesa Anglicana di Cristo unisce la città al mondo anglosassone
Sono pochi i passanti che, passeggiando tra i palazzi del centro di Napoli, immaginerebbero che, tra un portone e l’altro, si nasconda un angolo d’Inghilterra. Si tratta della Chiesa Anglicana di Cristo, un luogo costruito nel 1861 in via San Pasquale.
Nel Regno delle Due Sicilie, fino al 7 settembre 1860, la pratica dei culti non cattolici era proibita e le celebrazioni potevano svolgersi soltanto all’interno delle legazioni straniere; infatti gli anglicani di Napoli, in quel periodo, si riunivano per il culto presso la legazione britannica di Palazzo Calabritto. Con l’arrivo di Giuseppe Garibaldi in città, sollecitato da un comitato di cittadini inglesi in segno di riconoscenza per l’appoggio fornito dal governo britannico nella lotta contro i Borbone, la situazione cambiò radicalmente.
Il 23 ottobre 1861, Garibaldi concesse il permesso di costruire un edificio di culto anglicano, offrendo anche il terreno necessario. Il suolo all’epoca era occupato da un maneggio militare e mesi prima, il 10 agosto, il nuovo governo italiano aveva già formalizzato il trasferimento della proprietà alla comunità britannica. Grazie a una raccolta fondi tra i residenti inglesi di Napoli e ai contributi provenienti dalla Gran Bretagna, fu possibile reperire la somma indispensabile per la costruzione della chiesa. Dopo un concorso aperto ad architetti sia napoletani che britannici, la commissione scelse il progetto dell’inglese Thomas Smith, noto per aver appena terminato la chiesa della comunità inglese di Nizza.
La posa della prima pietra avvenne il 15 dicembre 1862 e, una volta completata, la chiesa fu consacrata a Cristo il 3 marzo 1865 dal primo vescovo anglicano di Gibilterra. A cent’anni di distanza, nel 1965, una lapide bilingue, in italiano e in inglese, venne apposta sulla facciata per ricordare la fondazione e l’autorizzazione concessa da Garibaldi, segno di legame storico e culturale che unisce Napoli e la comunità anglicana.
L’architettura
Il tempio si ispira allo stile neogotico tipico dei paesi anglosassoni. Infatti, la facciata principale, scandita da salienti e preceduta da un portico con eleganti archi a sesto acuto, mostra al centro una grande finestra ogivale, accompagnata lateralmente da due bifore. All’interno, la pianta è suddivisa in tre navate e i pilastri che le separano sostengono capitelli finemente decorati con motivi vegetali e uccelli menzionati nella Bibbia.
Le vetrate dell’abside poligonale raffigurano apostoli e profeti, mentre nella controfacciata si trovano le immagini dei patroni inglesi, Santa Margherita e San Giorgio.Nel complesso, l’edificio presenta forti somiglianze con la Chiesa episcopale americana di Saint James a Firenze, anch’essa costruita per il culto riformato, sebbene realizzata solo nei primi anni del XX secolo.




