Ivano Fossati: il cantautore che ha dato forma al silenzio

Un viaggio sonoro che attraversa generazioni e smuove riflessioni

Ivano Fossati è molto più di un cantautore: polistrumentista, autore raffinato, produttore, scrittore e docente. In oltre quarant’anni di carriera ha esplorato generi e linguaggi, dal rock progressivo alle sonorità etniche, fino a una scrittura musicale sempre più colta e introspettiva. Nato a Genova nel 1951 in una famiglia segnata dall’abbandono del padre, cresce grazie alla forza della madre Germana, sarta al Teatro dell’Opera, e del nonno Alberto, operaio e figura paterna ideale. La musica è presente fin da subito nella sua vita.

A dodici anni inizia a studiare pianoforte, ma l’incontro con i Beatles attraverso due 45 giri, «Please Please Me» e «Love Me Do», lo spinge verso la chitarra, cambiando il suo modo di concepire la musica. Da adolescente sperimenta diversi strumenti e generi, suonando in gruppi beat e svolgendo lavori umili mentre frequenta il liceo.

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Nel 1967 fonda il suo primo gruppo, «I Poeti», dando il via a un percorso musicale che lo porterà a diventare uno dei cantautori più influenti d’Italia. Nel 2015 sposa l’attrice Mercedes Martini, sua compagna da tempo. Nel 2023 riceve la laurea honoris causa in Letterature moderne e Spettacolo dall’Università di Genova per il suo contributo culturale e tiene una lectio magistralis sul rapporto tra ispirazione e sintesi nella musica. Fossati esplora anche la narrativa, con il racconto «Il giullare» e il romanzo «Tretrecinque», dimostrando che la sua arte non ha confini: è pensiero che si fa musica, parola che diventa viaggio.

Dai «Delirium» al debutto da solista

Nei primi anni ’70 Fossati muove i primi passi nella scena musicale genovese, frequentando il locale «Revolution», punto di ritrovo per giovani musicisti. Nel 1971 entra nei Sagittari, gruppo che presto si trasforma nei «Delirium», pionieri del rock progressivo italiano. Con sonorità ricche di flauti e sintetizzatori, la band anticipa il successo di formazioni come PFM e Banco del Mutuo Soccorso. Dopo il primo singolo «Canto di Osanna», Fossati si impone come frontman con l’album «Dolce acqua» e il brano «Jesahel», presentato a Sanremo 1972, che li consacra al grande pubblico.

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Nel 1973 lascia i «Delirium» per intraprendere la carriera da solista. Dopo il servizio militare, debutta con il singolo «Beati i ricchi», colonna sonora dell’omonimo film. Il primo album, «Il grande mare che avremmo traversato», rivela la sua vocazione poetica, con temi come il viaggio e il mare e citazioni letterarie come Edgar Allan Poe. Inizia anche la collaborazione con Oscar Prudente, da cui nascono due album e un progetto per Gianni Morandi. Il sodalizio si consolida con «Infinite fortune», dove Fossati firma tutte le tracce insieme all’amico musicista.

Dalle collaborazioni alla conferma come autore e cantautore

Alla fine degli anni ’70 Fossati definisce con decisione la propria identità artistica. Dopo un periodo di sperimentazione tra pop e progressive, nel 1977 pubblica «La casa del serpente», album che segna una svolta verso sonorità più rock e mature. In questo contesto nasce la collaborazione con Mia Martini, destinata a lasciare un segno profondo sia sul piano musicale che personale. Da «Anna di primavera» a «E non finisce mica il cielo», Fossati scrive per lei brani intensi e memorabili, contribuendo anche al disco «Per amarti».

Parallelamente, la sua attività di autore per altri interpreti decolla: le sue canzoni diventano successi nelle voci di Anna Oxa («Un’emozione da poco»), Loredana Bertè («Dedicato»), Mina («Non può morire un’idea») e Marcella Bella («Mi vuoi»). Nel 1978 firma «Pensiero stupendo», portata al successo da Patty Pravo, che ne elogia la capacità di trattare temi audaci con eleganza. Questi brani consolidano Fossati come autore di riferimento e gli valgono il Telegatto come miglior compositore dell’anno, segnando l’inizio di un riconoscimento critico costante.

Il rock e le conferme artistiche

Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80 Fossati abbandona le prime sperimentazioni per abbracciare una scrittura più incisiva, dove il rock diventa veicolo di introspezione e denuncia. Il disco «La mia banda suona il rock» (1979), registrato a Miami con musicisti internazionali, mescola chitarre elettriche, ritmi reggae e ballate pop, rivelando un Fossati energico ma già critico verso il successo commerciale del brano omonimo, che in seguito escluderà dai concerti.

Con «Panama e dintorni» (1981), l’autore raffina il suo stile, omaggia Billie Holiday e reinterpreta «La costruzione di un amore», scritta per Mia Martini. Il disco viene celebrato da Rolling Stone come uno dei migliori della musica italiana. Nel 1982 firma «Non sono una signora» per Loredana Bertè, brano provocatorio e potente che conquista il Festivalbar e porta l’album «Traslocando» al disco di platino.

Il percorso prosegue con «Le città di frontiera» (1983), dove Fossati riflette su arte e società, e con «Ventilazione» (1984), album ruvido e sperimentale che anticipa la sua passione per il volo, tema centrale nel futuro «Lindbergh». Nel 1985 collabora con Francesco De Gregori, producendo due brani per «Scacchi e tarocchi», suggellando un’intesa artistica basata su rispetto e affinità poetica.

La scrittura intima e consapevole

Dal 1986 Fossati cambia rotta: lascia alle spalle le sonorità rock e progressive per abbracciare una scrittura più intima e consapevole. Con l’album «700 giorni», il suo stile si arricchisce di influenze etniche e ritmi ispirati alla musica africana e celtica. Brani come «Buontempo», «Gli amanti d’Irlanda» e «Una notte in Italia» segnano l’inizio di una nuova fase, dove la musica diventa strumento di esplorazione culturale e riflessione storica.

In questo periodo affronta anche temi sociali e politici, come nel dittico «Dieci soldati» e «Il passaggio dei partigiani», ispirati alla letteratura resistenziale e al cinema neorealista. Il riconoscimento arriva con la sua prima Targa Tenco come miglior album, che sancisce la svolta artistica.

Due anni dopo, con «La pianta del tè», Fossati raggiunge una piena maturità espressiva. L’album mescola suggestioni orientali, melodie andine e testi poetici, con collaborazioni di rilievo come Teresa De Sio, Fabrizio De André e Francesco De Gregori. Il brano «Questi posti davanti al mare» viene premiato come miglior canzone dell’anno, confermando Fossati come uno dei più raffinati autori della scena italiana.

Gli anni ’90: tra poesia, viaggio e visioni sonore

All’inizio degli anni ’90 Fossati apre una nuova fase creativa con «Discanto», album ispirato a un viaggio in Portogallo che segna l’approdo a una scrittura più colta e stratificata. Tra citazioni letterarie, ritmi etnici e sperimentazioni linguistiche, il disco esplora territori nuovi: dalla chitarra portoghese di «Lusitania» alle atmosfere rarefatte di «Albertina», passando per collaborazioni con Fiorella Mannoia e brani come «Una notte in Italia», che diventeranno parte del suo repertorio più amato. Il riconoscimento arriva con la Targa Tenco come miglior album.

Nel 1992 pubblica «Lindbergh – Lettere da sopra la pioggia», opera ispirata al celebre aviatore, dove la musica si fa introspezione e viaggio interiore. «La canzone popolare» diventa simbolo generazionale, mentre strumenti celtici, jazz e world music si intrecciano in brani come «Mio fratello che guardi il mondo» e «Il disertore». Ancora una volta, Fossati conquista la critica.

Amicizie d’autore, dal sodalizio con Fabrizio De André all’interruzione

Nel 1993 Fossati pubblica i suoi primi album dal vivo, «Buontempo» e «Carte da decifrare», registrati senza ritocchi al Teatro Ponchielli di Cremona. I due volumi offrono nuove interpretazioni di brani storici e includono «Naviganti», scritto per Bruno Lauzi, e l’inedito omonimo «Carte da decifrare». L’anno successivo, il tributo «I Disertori» celebra la sua influenza sulla nuova scena musicale italiana, con la partecipazione di band emergenti come Afterhours e Modena City Ramblers.

Dopo una pausa, Fossati torna nel 1996 con «Macramè», con la collaborazione del bassista Tony Levin e una sezione ritmica di altissimo livello. Il disco si aggiudica la sua quarta Targa Tenco.

Nello stesso anno si consolida il sodalizio con Fabrizio De André. Dopo aver cofirmato due brani in «Le nuvole», Fossati collabora alla scrittura di «Anime salve», contribuendo anche vocalmente. Sebbene il progetto iniziale di un album condiviso venga interrotto per divergenze stilistiche, la stima reciproca rimane intatta. Il brano «Prinçesa», scritto a quattro mani, vince la Targa Tenco come miglior canzone. Dopo la scomparsa di De André, Fossati lo ricorda come un maestro assoluto, paragonando la sua musica a quella dei grandi miti del rock.

Dal David di Donatello al Nastro d’Argento

Tra la fine degli anni ’90 e il primo decennio del 2000 Fossati attraversa una fase di grande fermento creativo. Nel 1998 pubblica «Time and Silence», la sua prima raccolta antologica, arricchita dall’inedito «Il talento delle donne», che fonde spiritualità orientale e riflessione sul tempo. Parallelamente, si dedica alla traduzione e reinterpretazione di brani di Chico Buarque e Djavan e firma musiche per teatro e cinema, collaborando con Carlo Mazzacurati.

Nel 2000 torna con «La disciplina della Terra», album che riscopre sonorità elettriche e affronta temi sociali e antimilitaristi. L’anno successivo pubblica «Carte da decifrare», libro e CD che intrecciano poesia e musica. Con «Lampo viaggiatore» (2003), Fossati semplifica la forma ma non il contenuto, alternando brani leggeri a pezzi di forte denuncia come «Pane e coraggio».

Nel 2004 registra «Dal vivo volume 3 – Tour acustico» e nel 2006 pubblica «L’arcangelo», definito il suo disco più politico, dove affronta guerra, democrazia e libertà con uno sguardo quotidiano. Collabora con Zucchero («È delicato»), Tiziano Ferro («Indietro») e firma «L’amore trasparente» per il film «Caos calmo», vincendo il David di Donatello e il Nastro d’Argento.

Nel 2009 esce «Musica moderna», album che unisce energia, memoria e ironia e che gli vale il Premio Lunezia. Nel 2010 scrive «Tutto l’amore intorno» per Anna Oxa, confermando la sua capacità di reinventarsi e dialogare con generazioni diverse.

Il ritorno e il congedo, nuove collaborazioni, la laurea honoris causa

Nel 2011 Fossati sorprende il pubblico annunciando il suo ritiro dalle scene durante la presentazione dell’album «Decadancing». Non un addio alla musica, ma un passo indietro dai meccanismi dell’industria discografica. L’album, lontano dalle protest song del passato, privilegia arrangiamenti per archi e pianoforte, con brani come «Settembre» e «Laura e l’avvenire». Fossati chiarisce che non si tratta di un testamento artistico, ma di uno sguardo lucido sul futuro.

Nonostante il ritiro, continua a scrivere per altri: nel 2011 firma «Troppo tempo» per Laura Pausini e nel 2013 «Oggi vendo tutto» per Giorgia. L’ultima esibizione pubblica risale al gennaio 2012, seguita dalla chiusura del tour al Piccolo Teatro di Milano e dalla pubblicazione del DVD «Dopo tutto». Un album-tributo, «Pensiero stupendo», celebra la sua eredità artistica.

Nel 2018 torna come autore con «Messaggio dalla luna» per Loredana Bertè e nel 2019 pubblica «Mina Fossati», un disco di inediti in collaborazione con Mina. Nel 2022 partecipa al docufilm «La nuova scuola genovese» e nel 2023 riceve la laurea honoris causa in Letterature moderne e Spettacolo dall’Università di Genova. Nello stesso anno avvia, insieme a Oscar Prudente, una causa contro i Public Enemy per l’uso non autorizzato di «Jesahel», brano storico dei Delirium.

La carriera da scrittore

Oltre alla musica, Fossati esplora anche la scrittura, debuttando nel 1991 con «Il giullare», un racconto breve pubblicato da Millelire. Ambientato in un futuro distopico, il testo riflette sull’inutilità dell’arte in tempi di crisi, tema caro all’autore. Fossati descrive il libro come una «canzone senza musica», un esercizio narrativo nato su richiesta di Stampa Alternativa e affrontato con timore e curiosità.

Dopo anni dedicati esclusivamente alla musica, torna alla narrativa nel 2014 con «Tretrecinque», romanzo pubblicato da Einaudi. Il protagonista è un musicista errante e il titolo richiama la celebre chitarra Gibson ES-335, simbolo di libertà e viaggio. L’autore spiega che molte storie e pensieri, non trovando spazio nelle canzoni, vengono raccontati in forma letteraria: un modo per dar loro voce. Con questo libro Fossati conferma la sua capacità di trasformare la parola in visione, anche lontano dal pentagramma.

Il brano scelto: «Il bacio sulla bocca»

Con «Il bacio sulla bocca», Fossati firma una delle sue ballate più intense e poetiche, dove l’amore diventa strumento di liberazione e riscatto. Il brano racconta il desiderio di rompere con le convenzioni sociali e trovare rifugio in una relazione autentica, capace di trasformare l’individuo. Tra immagini surreali e versi evocativi, Fossati dipinge l’amore come un gesto semplice ma rivoluzionario, che restituisce dignità, tempo e libertà. Il testo invita a vivere il presente con coraggio, abbracciando la vulnerabilità e la bellezza dell’incontro umano, in un mondo che spesso impone silenzi e attese. Una canzone che non solo emoziona, ma suggerisce una visione alternativa della vita e delle relazioni.

Bella
Che ci importa del mondo
Verremo perdonati, te lo dico io
Da un bacio sulla bocca, un giorno o l’altro
Ti sembra tutto visto, tutto già fatto
Tutto quell’avvenire già avvenuto
Scritto, corretto e interpretato
Da altri meglio che da te

Bella
Non ho mica vent’anni
Ne ho molti di meno
E questo vuol dire, capirai
Responsabilità, perciò
Volami addosso se questo è un valzer
Volami addosso qualunque cosa sia
Abbraccia la mia giacca sotto il glicine e fammi correre
Inciampa piuttosto che tacere
E domanda piuttosto che aspettare

Stancami
E parlami
Abbracciami
Guarda dietro le mie spalle
Poi racconta
E spiegami
Tutto questo tempo nuovo
Che arriva con te

Mi vedi pulito, pettinato
Ho proprio l’aria di un campo rifiorito
E tu sei il genio scaltro della bellezza
Che il tempo non sfiora
Ah, eccolo il quadro dei due vecchi pazzi
Sul ciglio del prato di cicale
Con l’orchestra che suona fili d’erba
E fisarmoniche, ti dico

Bella
Che ci importa del mondo
Stancami
E parlami
Abbracciami
Fruga dentro le mie tasche
Poi perdonami
Sorridi
Guarda questo tempo
Che arriva con te
Guarda quanto tempo
Arriva con te

Setaro

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