Un evento per la riscoperta e la valorizzazione delle tradizioni locali
Nei giorni 4 e 5 ottobre si è tenuta a Parete l’edizione 2025 di «DiVino Asprinio & Vite Maritata», evento incentrato sulla riscoperta e valorizzazione delle tradizioni vitivinicole locali, con un’attenzione particolare all’Asprinio e agli altri prodotti del territorio.
La manifestazione ha svolto gran parte delle sue attività nel suggestivo contesto della grotta della famiglia Pezone, nella corte antica del borgo, richiamando appassionati, produttori, esperti e amministratori locali. L’evento si inserisce all’interno del POC (Programma Operativo di Completamento) promosso dalla Regione Campania, volto a valorizzare prodotti e tradizioni delle comunità locali, incentivando una cooperazione tra più comuni del territorio.
Asprinio e filiera agroalimentare locale
Parete ha scelto come fulcro la valorizzazione dell’Asprinio, un vino tradizionale che rischia di essere dimenticato, collegandolo alla filiera agroalimentare locale: mozzarella, funghi pioppini, baccalà, mele annurche e altri prodotti del territorio. Il percorso gastronomico è stato curato dall’Associazione Cuochi di Caserta, mentre il dessert è stato curato dalla Pasticceria Orabona di Parete. Inoltre, l’evento ha guardato al futuro dell’agricoltura, promuovendo la coltivazione di fragole, mirtilli, lamponi e la trasformazione in confetture (cooperativa San Pietro). Alcune di queste iniziative sono state offerte gratuitamente o con modalità di coinvolgimento diretto degli agricoltori locali.
La scelta della grotta della famiglia Pezone come sede principale non è casuale: questo spazio, parte della corte antica, ha un valore simbolico e pratico. In epoca passata fungeva da frigorifero naturale, conservando condizioni fresche e ideali per vini e prodotti agricoli. È un luogo evocativo che dà continuità storica tra tradizione e innovazione.
L’inaugurazione e il programma degli eventi
L’inaugurazione ufficiale dell’evento è avvenuta sabato 4 ottobre alle 18, nel suggestivo scenario della grotta dei Pezone, con una conferenza che ha coinvolto giornalisti, produttori, studiosi e amministratori locali ma anche artisti, offrendo spettacoli comici e musicali. Il giorno successivo, il 5 ottobre, hanno visto un ricco calendario di degustazioni, percorsi enogastronomici e momenti divulgativi per far conoscere il metodo produttivo dello spumante da Asprinio e stimolare la partecipazione sociale attorno al tema dell’agricoltura e del vino.
I protagonisti della due giorni
Tra gli ospiti e i relatori che hanno animato la due giorni si segnalano: Vincenzo Pellegrino (Presidente Pro Loco / organizzatore) promotore dell’iniziativa; Francesco De Angelis, viticoltore e produttore locale, relatore principale sulle pratiche di vinificazione biologico e sugli spumanti prodotti con tecniche diverse metodo Martinotti/Charmat, metodo classico, metodo ancestrale; Prof. René Maury, studioso della tradizione dell’alberata e della viticoltura locale; Alfredo Oliva, operatore e promotore della rete territoriale per la tutela dell’Asprinio; Luisana Merola, segretario Associazione Cuochi Caserta, coinvolta nelle proposte gastronomiche e negli abbinamenti.
E ancora rappresentanti di cooperative locali (tra cui la Cooperativa San Pietro) e produttori locali menzionati dagli organizzatori: Borboni, Martusciello, Magliullo, De Angelis, palazzo Marchesale, Tenuta Fontana come voci della comunità produttiva e aziende agricole.
L’esperimento dell’affinamento in mare
È stato descritto un esperimento singolare: un lotto di vino Asprinio è stato immerso in acqua, circa 15 metri di profondità, nella zona di Baia, per affinamento. Le bottiglie prodotte sono state messe a confronto una affinata in grotta, l’altra in immersione marina, evidenziando come l’ambiente influenzi gusto e caratteristiche.
Sfide e riflessioni sulla viticoltura dell’Asprinio
Sono emerse riflessioni sul rischio di scomparsa del modello agronomico «alberata» per Asprinio: si è diffuso un richiamo forte al tema della produzione + commercializzazione come leve necessarie per dare futuro al vino, distinguendolo da altri vini più «di moda» come il Prosecco. Inoltre, vi sono stati momenti di dialogo su: La necessità di cooperazione tra amministrazioni e produttori, evitando campanilismi.
L’approfondimento tecnico del vino, dell’acidità caratteristica dell’Asprinio, e della sua accettabilità sul mercato come vino di nicchia ma di prestigio. L’inclusione delle nuove generazioni attraverso percorsi scolastici: già in passato, studenti delle medie erano stati portati nelle grotte per lezioni di geologia, mostrando stratificazioni e vulcanismo, e oggi si cerca di continuare questo approccio educativo.
L’annuncio da parte delle istituzioni locali dell’approvazione di un Regolamento Comunale (29 luglio 2025) per il marchio DECO, che potrà valorizzare non solo i prodotti agricoli primari ma anche i trasformati e le tradizioni locali, come il vino, la frutta e le specialità artigianali.
I temi emersi: tra identità, innovazione e futuro
L’evento ha offerto numerosi spunti di riflessione sul presente e sul futuro dell’agricoltura locale. Uno dei punti cardine è stato la valorizzazione territoriale: la manifestazione ha confermato l’interesse crescente per le eccellenze di Parete e dell’area circostante, in un momento storico in cui molte aziende agricole rischiano di scomparire.
Altro aspetto centrale è il collegamento tra passato e contemporaneità. L’utilizzo di grotte storiche, tecniche tradizionali e sperimentazioni moderne — come l’affinamento del vino in mare — ha dato profondità e appeal all’iniziativa, dimostrando che la tradizione può dialogare con l’innovazione.
Non meno importante la visione agronomica innovativa: l’apertura verso nuove coltivazioni come fragole, mirtilli e lamponi, insieme alla trasformazione in confetture, è stata presentata come una strategia di diversificazione per garantire un futuro più sostenibile alle aziende agricole locali.
Grande spazio è stato dedicato anche alle sfide commerciali e culturali. Più volte è emerso che produrre è solo il primo passo, mentre vendere richiede una rete commerciale solida, strategie di marketing mirate e una filiera capace di sostenere il valore dell’Asprinio nel mercato nazionale, evitando che venga oscurato da vini più «di moda» come il Prosecco.
Un’altra preoccupazione condivisa riguarda il rischio di perdere la tradizione dell’«alberata», il modello agricolo storico su cui si fonda la viticoltura dell’Asprinio. Gli esperti hanno sottolineato la necessità di preservarlo, nonostante gli abbandoni, le modifiche urbanistiche e la diminuzione dell’interesse da parte delle nuove generazioni.
Infine, si è evidenziata l’importanza della partecipazione della comunità. La dimensione sociale dell’evento, fatta di condivisione e trasmissione di saperi tra generazioni, è stata indicata come un elemento essenziale per salvaguardare la cultura agricola e l’identità del territorio.